Ariano Irpino custodisce un patrimonio artistico e culturale di straordinaria ricchezza, che trova la sua più autentica espressione nella tradizione della ceramica. Questa forma d’arte, simbolo dell’anima cittadina, racconta la storia di un sapere tramandato con passione di generazione in generazione. 
Conosciuta come “Città del Tricolle” per le tre colline su cui sorge, Ariano Irpino è anche rinomata come “Città delle antiche ceramiche artistiche”, titolo che celebra una produzione d’eccellenza dalle origini antichissime. La lavorazione della ceramica, infatti, risale all’età del Bronzo, favorita dalla presenza di argille pregiate, abbondanza d’acqua e legname. In epoca romana sono già attestati i “figuli”, i vasai arianesi, come testimoniano i resti di una fornace rinvenuti nella località Figoli. 
Nel corso dei secoli, la tradizione della ceramica si è arricchita grazie a influssi etruschi, greco-romani, bizantini e islamici, provenienti dalla Sicilia e dalla Puglia. Durante il Quattrocento, sotto Francesco Sforza, maestri provenienti da Faenza introdussero nuove tecniche di lavorazione. Tra i ceramisti più noti del Medioevo si ricordano Giovanni de Paulo de Milotta, Vincenzo de Vitto e Vincenzo Marraffino, mentre la famiglia Bilotta dominò la produzione fino al Seicento. 
La ceramica arianese si distingue per la vivacità dei colori, giallo limone, ocra, blu cobalto, verde e, dal Settecento, rosso e per la varietà delle forme: fiasche e coppe “a segreto”, manufatti antropomorfi e zoomorfi, la “spasa” e la “sirena a lucerna”. I motivi decorativi, di carattere sacro o popolare, si sono evoluti nel tempo grazie ai contatti con altri centri ceramici come Faenza, Grottaglie e Vietri. 
Dopo un periodo di declino nel XIX secolo, causato da frane e disastri naturali, la tradizione della ceramica conobbe una rinascita negli anni Sessanta del Novecento. Gli artigiani locali riscoprirono le antiche tecniche, reinterpretandole in chiave moderna e dando vita ai celebri “oggetti solari di Ariano”, simbolo dell’unione tra tradizione e innovazione. Studi di grande rilievo, come quelli di Guido Donatone e Gemma Furcolo Fiore, hanno contribuito a valorizzare e diffondere questa eredità artistica. 
Nel 2000, il comune entra a far parte della prestigiosa Associazione Italiana Città della Ceramica (A.I.C.C.), che riunisce i centri italiani di antica tradizione della ceramica con l’obiettivo di tutelare e promuovere quest’arte. Il riconoscimento ufficiale ègiunto nel 2004, con l’attribuzione del marchio D.O.C. alla ceramica di Ariano Irpino, garanzia di origine, autenticità e qualità di una produzione che affonda le radici nei millenni.  
A testimoniare e custodire questa lunga storia è il Museo della Ceramica, inaugurato il 28 giugno 1991 al secondo piano di Palazzo Forte. Il museo conserva una vasta raccolta di opere ceramiche databili dal XII al XXI secolo, insieme a preziosi documenti della vita civile e culturale della città. La sezione dedicata all’antica maiolica popolare di Ariano rappresenta il cuore dell’esposizione, con circa 250 manufatti esposti, cui si aggiungono reperti databili tra il IX e il XV secolo provenienti da scavi cittadini. 
Il museo è oggi un punto di riferimento per studiosi, ceramisti, collezionisti e appassionati d’arte provenienti da tutto il mondo. Tra i visitatori illustri, la studiosa Eve Borsook del Harvard University Center for Italian Renaissance Studies ha lasciato un toccante ricordo: 
“Vi metto per scritto la gran gioia che Voi e il Vostro Museo mi avete dato. Le ceramiche irradiano gioia e celebrazione di vita espressa con invenzione elegantissima; tutto è esposto con tanto affetto, cura e buon gusto: un modello per tutti.” 
Il Museo della Ceramica di Ariano Irpino non è soltanto un luogo di conservazione, ma anche uno spazio di ricerca, confronto e promozione culturale, che continua a sostenere le attività artigianali locali e a diffondere nel mondo la bellezza di una tradizione viva e sempre attuale. 
Dominando da tre colli, Castello, Calvario e San Bartolomeo, Ariano Irpino offre inoltre uno dei panorami più vasti dell’Italia meridionale: dal castello normanno si possono ammirare i massicci del Taburno e del Partenio, il Terminio-Cervialto, il Vulture, la Daunia, il Matese e persino le vette dell’Appennino abruzzese. 
Ariano Irpino, città del Tricolle e delle antiche ceramiche artistiche, continua così a rappresentare un ponte ideale tra passato e futuro, dove la storia diventa arte e l’arte identità. 

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