Il 10, 11 e 12 Settembre 2022, ricorre la XXIV edizione della "a juta" a Montevergine. "A Juta" appartiene alla comunità di Ospedaletto ma  è, soprattutto, una tradizione campana che si svolge due volte l’anno e ha come protagonista la Madonna Nera di Montevergine, anche detta Mamma Schiavona. Essa consiste nello scalare una ripida montagna fino a raggiungere il famosissimo Santuario di Montevergine, all’interno del quale è custodita l’icona di Mamma Schiavona. La salita è un modo per espiare i propri peccati e per donare la propria fatica alla Madonna nel giorno della sua festa.

Il 12 settembre di ogni anno, infatti, ha luogo "a juta a Montevergine". I pellegrini, giunti da ogni parte della Campania, si riuniscono nella piazza di Ospedaletto d’Alpinolo e da qui partono per compiere la cosiddetta sagliuta, “salita”, verso il Santuario di Montevergine: «Chi vo’ grazia ‘a Mamma Schiavona, ca sagliesse lu Muntagnone» , cioè “Chi vuole la grazia di Mamma Schiavona, deve scalare la grande montagna”.

I fedeli affrontano la pendenza del percorso in totale silenzio, fino ai piedi della scalinata del Santuario. Caratteristico è, invece, il canto che viene eseguito sull’antica “scala santa” della Chiesa, costituita da 23 gradini, su ciascuno dei quali ci si ferma, un solista intona la proposta mentre il coro conclude. Alla fine del rito, si entra in Chiesa e dopo averla attraversata si esce dalla porta principale cantando a suon di tamburo, senza mai voltare le spalle al quadro della Madonna. Infine, si ci congeda da Mamma Schiavona intonando il seguente canto: «E statt buon Maronna mij, l’ann’ che vene turnamm’ a venì», ovvero “Stammi bene Madonna mia, il prossimo anno torneremo da te”.

"A juta a Montevergine è un punto di sintesi, è quel rito che apre e chiude un cerchio: chiude il ciclo dei pellegrinaggi alle Sette Madonne, in giro per la Campania, e apre l’attesa per il ritorno della Candelora a febbraio. E' un rituale che, nella sua musica e nei suoi colori, nelle danze, nelle tammorre e nelle paranze, vede confluire un ampio, diffuso ed estremamente vivace movimento che attraversa tutto il Sud, con i suoi luoghi e i suoi popoli capaci di esprimere con forza la propria identità e il proprio legame con le tradizioni. Quindi, non solo fede, ma anche cultura e folklore caratterizzano i pellegrinaggi al Santuario di Montevergine per rendere omaggio all’effige della Madonna Nera". 

“Esse sono tutte belle, tranne una che è brutta e perciò fugge su di un alto monte, Montevergine”. Questa la frase che riporta il maestro Roberto De Simone, nella sua raccolta “Rituali e canti della tradizione in Campania”, proprio su Mamma Schiavona, la Madonna Nera di Montevergine, cittadina in provincia di Avellino.
 

La Storia e la Leggenda.

La grande festa popolare, che ogni anno anima il borgo irpino di Ospedaletto d’Alpinolo (provincia di Avellino), chiude il ciclo delle Sette Madonne Sorelle della Campania.
E' una tradizione campana che ha come protagonista la Madonna Nera di Montevergine, anche detta Mamma Schiavona.

Il Santuario di Montevergine è, infatti, la dimora di Mamma Schiavona. In epoca romana, il Santuario era il tempio dedicato alla dea Cibele e affonda le sue radici nella storia di un giovane pellegrino, Guglielmo da Vercelli, che incantato dalla bellezza del monte, lo scelse come sua dimora. Successivamente, incoraggiato dall’apparizione di Gesù, decise di costruire un Santuario in onore della Vergine Maria.

Nel corso dei secoli, Il primo nucleo eretto nel 1124 si è trasformato fino ad assumere l’attuale conformazione: la nuova e l’antica Basilica, il monastero, la foresteria, il campanile e la cripta. Il complesso, inoltre, è ricco di opere degne di nota come: il baldacchino bizantino del XII secolo, il monumento quattrocentesco a Caterina Filangieri, l’altare di pietre dure, l’icona della Madonna di Montervergine e migliaia di ex voto simbolo della profonda devozione nei confronti di Mamma Schiavona.

La leggenda legata al culto della Madonna di Montevergine.
La leggenda che si confonde con la realtà, in uno dei culti più seguiti nel sud Italia, ruota proprio attorno a quel misterioso quadro inserito nel complesso monastico realizzato da Montano D’Arezzo. Su di esso sono state raccontate una miriade di vicende, sulle quali la stessa critica storica e artistica si ritrova profondamente divisa.

Poiché secondo la tradizione le Madonne sorelle erano 6 bianche e una nera, la Madonna di Montevergine, che per il colore della sua pelle era considerata la più “brutta” delle 7, offesa si rifugiò sul monte Partenio, giustificando così la sua fuga: «si jo song brutta allora loro hanna venì fino è cà ‘n gopp a truvà!» (“se io sono brutta, allora loro dovranno venire fino a quassù per farmi visita!”). Da qui l’appellativo Schiavona, cioè “straniera”.

La storia poi si ribalta, Mamma Schiavona, simbolo di protezione degli ultimi, dei deboli, dei poveri e degli emarginati, diventa la più bella delle sorelle, tanto da essere festeggiata due volte all’anno: il 2 febbraio, giorno della Candelora, e il 12 settembre, giorno di Santa Maria. Queste due date segnano rispettivamente l’apertura e la chiusura della festa delle sette Madonne che, come gran parte dei culti mariani, affonda le sue radici in arcaici riti precristiani legati al culto della Madre Terra e volti a propiziare un buon raccolto.

"A Juta a Montevergine" nel giorno della Candelora.
La Candelora, è una festa religiosa che si celebra per ricordare la presentazione del Signore al Tempio e il rito di purificazione della Vergine Maria quaranta giorni dopo la nascita di Gesù. Il nome deriva dal latino, da candelorum e candelaram, ovvero la benedizione delle candele che vengono conservate in casa dai fedeli e accese per placare l’ira divina o in quei momenti della vita che necessitano dell’intervento divino.

Come molte feste cristiane anche questa ha origine remote. Nella tradizione celtica, la festa di Imbolc, segnava il passaggio tra l’inverno e la primavera, cioè tra la più profonda oscurità alla luce. Nel mondo romano la Dea Februa, altro nome di Giunone, veniva festeggiata alle calende di febbraio (primo giorno del mese nel calendario romano).

Nel giorno della Candelora si compie anche uno degli eventi più suggestivi e caratteristici della tradizione campana: la juta a Montevergine dei femminielli. Un nutrito gruppo, ogni anno, rinnova la propria fede cattolica presentandosi in processione all’antica abbazia dove li aspetta Mamma Schiavona, pronta ad accoglierli.

Il rito si rifà ad un’antica leggenda secondo cui, nel 1256, due giovani omosessuali furono scoperti a baciarsi e ad amarsi. Di fronte a questo evento l’intera comunità reagì denudando e cacciando dal paese i due innamorati, i quali furono successivamente legati ad un albero sul Monte Partenio, in modo che morissero di fame o fossero sbranati dai lupi. La Vergine, commossa dalla loro vicenda e dal loro amore, li liberò dalle catene e permise alla giovane coppia di vivere apertamente il loro sentimento di fronte ad un’intera comunità che, attestato il Miracolo, non poté far altro che accettare l’accaduto.
 

L'Organizzazione "A Juta a Montevergine, Mater Regeneration" con la direzione artistica di Fiorenza Calogero, ha predisposto un programma ricco di avvenimenti, non solo religiosi:

Si comincia Sabato 10 settembre 2022
Alle ore 17.00 Inagurazione presso la Biblioteca Parrocchiale, Chiesa SS. Filippo e Giacomo
Alle ore 17.30 nel Centro storico apertura degli Stand gastronomici e delle botteghe artigianali
Alle ore 20.00  Gruppo Itinerante "A Paranza D'O Tramuntano" per le vie del Borgo
Sempre alle 20.00 "Ballando per le Strade" a cura di Simona Totaro in Via Fontana di Mezzo
Alle ore 21.00 in Piazza Umberto I,  "O Pazzariello 'Napole Angelo 'Capitano Picone" e  "A Paranza D'O Tramuntano"
Alle ore 22.00 sempre in Piazza Umberto I, un concerto da palco con "A Lumara Folk Irpino"
Alle ore 24.00 in Piazza Umberto I, "Tammurriata Remix" a cura di Tonino Faiello


Domenica 11 settembre 2022
Alle ore 17.30 nel Centro storico, apertura degli Stand gastronomici e delle botteghe artigianali
Alle ore 18.00 Sfilata per le strade del paese di Macchine, Cavalli e Carrettoni addobbati a festa a cura 
della famiglia  D' O Casone per rendere omaggio a Mamma Schiavona
Alle 19.30  nella Chiesa SS Filippo e Giacomo, Concerto Devozionale "A Maria" con Biagio De Prisco e 
con Marco Palmieri voce recitante, Il Coro Popolare dell'Agro Nocerino Sarnese e La Voce della Tradizione 
con Marianna Ricciardi, Fortunato Carotenuto, Marco Limatola e Nino Conte. 
In Piazza Garibaldi, Arte di Strada con Carlos Show e il Mago Luke 
Alle ore 20.00  Spettacoli sui Trampoli
Alle ore 21.00 Spettacoli giocoleria per bambini
Sempre alle 21.00 nel Centro Storico, "O Pazzariello 'Napole Angelo 'Capitano Picone"
Mentre in Piazza Demanio, La Memoria Popolare in o.a. con Achille D'Agnese e i Zompacardillo di Montemarano
In Via Fontana di Mezzo, Biagio De Prisco de "Il Coro Popolare dell'Agro Nocerino Sarnese"
In Piazza Umberto I, Peppino Di Febbraio di Giugliano
Nel Cortile del Comune, Tonino 'O Stocco Esposito dei Paesi Vesuviani
Al Campanile dietro la Chiesa, Tammurriata della Madonna Maiori con Carmine Ferrara, Pietro Di Martino e Federico Ferrara
In Piazza Municipio, Raffaele Inserra, Catello Gargiulo, Gianfranco Ricco e Hiram Salzano dei Monti Lattari
In Via Municipio, Antonio 'O Lione Matrone di Marra di Scafati
Alle ore 22.00 Spettacolo Comico di magia per bambini
Alle ore 23.00 Spettacolo Sputafuoco per bambini e adulti
Alle ore 24.00 in Piazza Umberto I, a Mezzanotte riunione di tutte le Paranze per una Tammurriata finale 
Seguirà Tammurriata Remix a cura di Tonino Faiello


Lunedì 12 settembre
Alle 05.30 "A Juta a Montevergine", Raduno e Pellegrinaggio a piedi lungo la strada mulattiera, per raggiungere e 
ringraziare Mamma Schiavona. Partenza da Piazza Demanio

Alle ore 17.30 nel Centro storico, apertura degli Stand gastronomici e delle botteghe artigianali
Alle ore 18.00 Processione Rievocativa, Festone della Madonna
Alle ore 20.00 per le Vie del Borgo e in Via Fontana di Mezzo, Il Pentamerone con "Lo Cunto de li Cunti"
Alle ore 21.30 in Piazza Umberto I, un concerto da palco con "Le Sette Bocche della Fonte della Musica Popolare"
Alle ore 23.30 sempre in Piazza Umberto I, "Tammurriata Remix" a cura di Tonino Faiello

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Via Municipio, 15, 83014 Ospedaletto d'Alpinolo AV, Italia
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Il 10, 11 e 12 Settembre 2022, ricorre la XXIV edizione del "A juta a Montevergine"
Si comincia Sabato 10 settembre 2022 alle ore 17.00 Inagurazione presso la Biblioteca Parrocchiale, Chiesa SS. Filippo e Giacomo

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