All'interno del centro abitato di Casalbore (AV), in località Macchia Porcara, presso una sorgente situata a valle del tratturo Pescasseroli-Candela, negli anni ottanta è stato portato alla luce un tempietto sannitico, l'unico del genere rinvenuto in Irpinia. Databile al III sec. a.C., conserva tracce di un’area votiva più antica, databile al VI sec. a.C..
Il tempio esastilo (a sei colonne), riferibile ad una tipologia molto diffusa in ambiente medio italico, presenta una cella quasi quadrata tra due ali aperte; i muri della cella proseguono fino alla fronte e terminano con ante, tra le quali restano le tracce delle colonne. Nell’area antistante al tempio, ai lati dell’altare sono emersi i resti di un portico. La gradinata di accesso al tempio presenta ai lati due ampie vasche con fontane, alimentate dalla vicina sorgente. I pavimenti erano in cocciopesto con tessere in pietra calcarea e le pareti dipinte in primo stile (strutturale).
Dall’analisi dei depositi votivi si presume che il santuario fosse dedicato alla dea Mefite, divinità italica legata alle acque, invocata per la fertilità dei campi e per la fecondità femminile. A differenza del più noto ed importante santuario dedicato a tale divinità, nella Valle d’Ansanto, che resta attivo fino alla prima età imperiale, il tempio di Casalbore viene distrutto nel corso delle guerre annibaliche (215 a.C.).
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