La Zeza di Bellizzi Irpino, dopo 29 anni, torna ad essere protagonista al Carnevale di Venezia.

Lunedì 12 febbraio, alle ore 11:00, le storiche maschere della frazione avellinese sfileranno in Piazza San Marco e, davanti a migliaia di visitatori italiani e stranieri, metteranno in scena il tradizionale spettacolo de "La canzone di Zeza e il ballo della quadriglia" al "Venice Carnival Street Show".

"È un orgoglio e un'emozione unica poter tornare a Venezia, rappresentando l'Irpinia e la città di Avellino con lo stile che ci contraddistingue: la signorilità, la raffinatezza e la delicatezza che caratterizzano tutti i cittadini di questo territorio" ha dichiarato il presidente della Zeza di Bellizzi Irpino, Ernesto Spartano, a margine della conferenza stampa di presentazione del programma del Carnevale 2024 della Zeza di Bellizzi Irpino, che si è tenuta presso il palazzo comunale di Piazza del Popolo.

"Sarà un'esperienza straordinaria per la quale dobbiamo ringraziare l'amministrazione comunale, in particolare il vicesindaco Laura Nargi per aver svolto un lavoro immane - ha affermato Pellegrino Iannaccone, che torna a Venezia nel ruolo di capo zeza ricordando la sua prima volta al Carnevale di Piazza San Marco. "Ero il primo violino di Leopoldo Iannaccone, il capo zeza di allora, e facemmo due esibizioni, una il venerdì sera e un'altra il sabato. Quest'anno torno a Venezia da capo zeza ed è una bella responsabilità. Sono orgoglioso e contento che i giovani di oggi abbiano l'opportunità di provare questa meravigliosa emozione".

"Il ritorno della Zeza di Bellizzi a Venezia è per il Comune di Avellino motivo di orgoglio. Oltre ad essere divertimento e folklore, per noi il Carnevale è anche storia, tradizione e senso di appartenenza" ha dichiarato il vicesindaco Laura Nargi. 

Il Carnevale dell'Irpinia ci sarà e avrà luogo il 18 febbraio

Dopo l'esperienza in terra veneta, la Zeza di Bellizzi farà ritorno, infatti, ad Avellino per sfilare lungo Corso Vittorio Emanuele il 13 e il 18 febbraio. I festeggiamenti del Carnevale 2024 si chiuderanno, come vuole la tradizione, alle ore 20 del 18 febbraio nell'anfiteatro di Bellizzi Irpino con il tanto atteso "Zezone".

"Zeza" era originariamente un nome proprio: il diminutivo di Lucrezia (moglie di Pulcinella nella commedia dell'arte). Da Napoli si diffuse presto nelle campagne adiacenti, con caratteri sempre più diversificati anche nelle altre regioni del Regno. E' un pezzo di teatro popolare campano, riuscito ed apprezzato, una sorta di "Promessi sposi" volgare, una rappresentazione che preesiste nella cultura contadina ed urbana della regione. E' un rito cosiddetto di passaggio, in cui la figura di un anno-padre, ormai alla fine del suo tempo, viene castrata dal futuro genero e cede assicurando, con le nuove nozze, la continuità di un ciclo naturale rigenerativo.

Alcune sue strofe si ritrovano giá nelle "villanelle" del 1500 e l'andamento e i caratteri melodici sono certamente dell'epoca: la melodia parte in modo maggiore per cadenzare quasi subito al sesto grado minore. Benedetto Croce (nei "Teatri di Napoli, secoli XV-XVIII" Napoli 1981) la fa risalire al 1700, si riferisce a questo tipo di rappresentazione senza comunque prenderne in esame la musica. Parecchi scrittori dell' Ottocento, da parte loro, la datano alle "Atellane". Nell'avellinese presenta differenze nella musica e nell'azione ma la struttura ed il senso, sebbene esposti in maniera differente, rimangono gli stessi: qualche variante si riscontra nei personaggi, dove Don Nicola è detto Don Zenobbio, Zenobie o Zinobio e Vincenzella può anche chiamarsi Porziella, Perzia o Purzia. A livello musicale si ritrova la melodia tradizionale della "Zeza" napoletana, ma durante lo spettacolo sviluppa altri modelli melodici di chiara derivazione melodrammatica ottocentesca.

Almeno fino alla metà dell'Ottocento la Zeza veniva rappresentata nei cortili dei palazzi, nelle strade, nelle osterie e nelle piazze. Le parti femminili erano interpretate da soli uomini perché le donne non potevano essere esposte alla pubblica rappresentazione ( tradizione che si conserva ancora oggi). La sua sparizione dalle piazze e dalle strade di Napoli, era stata determinata dai divieti ufficiali, infatti essa fu proibita "per le mordaci allusioni e per i detti troppo licenziosi ed osceni". A causa di questi divieti, la canzone di Zeza si spostò prima nei salotti napoletani, successivamente più nell'entroterra, dove tutt'oggi sopravvive.

Bellizzi, l'antica frazione periferia di Avellino, costituisce il cuore della tradizione della "Zeza", infatti le è stata conferita al valor culturale la targa storica "Terra di Zeza". La Zeza di Bellizzi dal 1974 è annoverata nel Patrimonio dei beni immateriali della Campania ed è stata premiata con Medaglia di rappresentanza dal Presidente della Repubblica Italiana. I colori del carnevale di Bellizzi conservano gli stessi costumi, lo stesso canovaccio, la stessa atmosfera di un tempo.

La trama

Pulcinella, marito di Zeza e padre di Porzia, come tutti i padri è geloso della figlia e non vorrebbe farla sposare. La moglie Zeza, invece, è preoccupata che la figlia possa morire zitella. Il canto comincia con l'invito a pranzo delle due donne rivolto ai cacciatori che si aggirano intorno alla casa colonica di Pulcinella il quale gelosissimo interviene tempestivamente costringendo la moglie a rinchiudere la figlia in casa (nzerra sta porta o mamma e mettici 'na puntella). Porzia è molto corteggiata, ha avuto tanti pretendenti, tra cui un Pescatore di passaggio, ma Pulcinella manda via tutti in malo modo. La sua vera preoccupazione però è Don Zenobbio, notissimo medico del posto, ottimo partito, il quale da un po' di tempo frequenta Porzia, la cui bellezza lo ha ormai palesemente sconvolto (bene mio so' reddutto tutto pazzo). Emergono così le intenzioni dei vari personaggi: la volontà di Porzia di sposarsi (sine mamma tu c'hai la pazienza) e la complicità e le arti ruffiane di Zeza che cerca in tutti i modi di combinare il matrimonio. Pulcinella tuttavia continua a scacciare il dottore in malo modo, donandogli anche due sonori ceffoni. La farsa rischia di trasformarsi in tragedia: Don Zenobbio torna armato e per lavare l'onta degli schiaffi, spara contro Pulcinella. Zeza, davanti al marito ferito, invoca un medico dotto che possa guarire la botta; detto fatto, Don Zenobbio coglie al volo l'occasione: offre la guarigione in cambio della mano di Porzia. Soltanto dopo pittoresche contrattazioni economiche e dopo aver concordato la dote, Pulcinella acconsente alle nozze. Il tutto si conclude con la quadriglia, guidata dal Capozeza, in onore degli sposi.

I personaggi

II Capo zeza

Zeza la madre

Pulcinella il padre

Porzia la figlia

Geronimo il pescatore

Don Zenobbio il dottore

Don Bartolo lo scalettiere

Cosetta la fioraia

Cacciatori

 

Il programma

Lunedì 12 febbraio: Ore 11.00- Venezia, Piazza San Marco: sfilata e spettacolo de "La canzone di Zeza e il ballo della quadriglia" al "Venice Carnival Street Show",

Martedì 13 febbraio: Ore 15.00-Avellino, Corso Vittorio Emanuele: Premio "Terra di Zeza", sfilata ed esibizione; 
                                   Ore 18.00 - Bellizzi Irpino: sfilata ed esibizione per le strade del paese,

Domenica 18 febbraio. Ore 9.30-Bellizzi Irpino, via Giancola: sfilata per le strade del paese. 
                                       Ore 10.30-Avellino, Corso Vittorio Emanuele: sfilata e spettacoli de "La canzone di Zeza e il ballo della quadriglia". 
                                       Ore 15.00-Aiello Del Sabato, aia lannaccone in c/da Bosco n°100 San Raffaele: esibizione. Ore 17.30-Serra di Pratola: sfilata ed esibizione. 
                                       Ore 20.00-Bellizzi Irpino, Anfiteatro: chiusura del carnevale con il tanto atteso "ZEZONE".

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