Sarà una Stagione "di Consapevolezza e di Crescita” quella che animerà il Teatro 99 Posti da novembre ad aprile. 

La prima parte, da novembre a gennaio, sarà dedicata a Marinella Cataldo, un'amica cara scomparsa prematuramente qualche mese fa, partecipe e sostenitrice delle iniziative della sala teatrale da sempre.

"Si tratta di 4 spettacoli che, dopo anni in giro per l’Italia, riportiamo “a casa”, rinnovati nei testi e nella messa in scena, cresciuti insieme a noi negli anni, che ci rappresentano artisticamente e umanamente.  Quattro produzioni di cui siamo particolarmente orgogliosi, per i tanti apprezzamenti e i premi ricevuti." dichiara il regista.

Nella seconda parte della stagione (febbraio ’25 – aprile ‘25) verranno ospitate le migliori espressioni del teatro contemporaneo italiano; cinque compagnie selezionate attraverso un bando e ospitate al Teatro 99 Posti per la prima edizione del “PREMIO CITTA’ DI MERCOGLIANO” – FESTIVAL NAZIONALE DEL TEATRO CONTEMPORANEO, organizzato insieme al Comune di Mercogliano.

Il 17 novembre verrà portato in scena lo spettacolo "1980, Cronaca tragicomica di un anno" di Paolo Capozzo.

Segnato da importanti avvenimenti di cronaca e di politica, il 1980 è, per me, l’anno del terremoto.

Attraverso un tragitto evoc(re)ativo, rifinito da filmati e musica di repertorio, lo spettacolo ripercorre un anno di vita di un ragazzetto di 17 anni, alle prese con i problemi fatui dello sviluppo.

Accadimenti personali e fatti di cronaca, eventi politici e cotte adolescenziali, s’intrecciano indissolubilmente, dentro il tono ironico che a volte sconfina nella farsa.

Lo stile è riconducibile al “teatro d’evocazione”, in cui l’attore non può limitarsi a raccontare ma è “costretto” a rivivere al presente fatti e personaggi del passato.

Le immagini di Avellino e del Terremoto presenti nello spettacolo sono il frutto di una ricerca scrupolosa che si è avvalsa dell’impagabile aiuto di Olivo Scibelli e Lino Sorrentini. Gli interventi video sono a cura di Gianni Di Nardo.

Il 1 dicembre 2024 è la volta di "Storie di terra, di suoni e di rumori" di Paolo Capozzo.

Dopo secoli passati in balia di vermi e ratti, spuntando come piante dalla terra dove erano stati sotterrati, còmpa Mostino e còmpa Prisco tornano alla luce.

La terra che li aveva inghiottiti, seppellendoli sotto centinaia di anni di storia, sotto tonnellate di detriti della memoria, li partorisce di nuovo.

Proprio così, rinascono! Si affacciano di nuovo alle speranze di una vita migliore. Hanno un’altra occasione di riscatto da un’esistenza di stenti e di soprusi.
Riavvolto il nastro della propria (e della nostra) memoria, i nostri due Compari intraprendono un viaggio che ripercorre tutto il 20esimo secolo, nella speranza di un destino diverso da quello che il “fato” gli ha imposto sinora.

Improbabili soldati di guerre volute da altri, complici e vittime di catastrofi e disastri ambientali, i nostri due “candidi” eroi affrontano con disarmante ingenuità tragedie devastanti. Dalla grande guerra (1915) alla liberazione (1945), alle lotte sociali sedate nel sangue (1950), al terremoto (1980), alla crisi dei rifiuti (2003).
Ogni volta Mostino e Prisco accettano rassegnati l’ennesima sconfitta (“nui simmo sfurtunati”), con l’ingannevole illusione che gli basterà “morire e rinascere” per avere un destino diverso.

Il 15 dicembre 2024 andrà in scena "A lo stesso punto però a n'ata parte" di Paolo Capozzo.

Protagonisti della nostra storia sono Prisco e Mostino, due Zuorri di qualche vecchio copione teatrale di cui abbiamo perso le tracce. I due si svegliano in un teatro vuoto, abbandonato, e scoprono di essere stati letteralmente dimenticati. Il teatro è stato chiuso (per la pandemia) e loro sono rimasti lì, come fantasmi dentro un cimitero. Non hanno più un attore che li interpreti, un pubblico ad applaudirli. Tutte le battute che conoscono suonano vuote, sono vecchie, non li divertono più.  La loro stessa esistenza è messa in dubbio (“Quanno si chiure lo sipario, nui simmo vivi o simmo muorti?”).

Ma, proprio quando sembra che i due stiano per arrendersi al loro destino, rinvengono un vecchio faldone polveroso, all’interno del quale sono custoditi alcuni testi teatrali a loro sconosciuti. Finalmente Prisco e Mostino hanno nuove battute da dire, nuove imprese da compiere, una nuova strada da seguire. Forse è davvero l’unica possibilità: per non morire i due dovranno essere capaci di recitare altri copioni.

Da qui prende inizio il viaggio dei nostri due Zuorri dentro le loro nuove esistenze. Essi diverranno i protagonisti di appassionanti trame e interpreti di alcune delle opere più significative del teatro mondiale (da Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare, ad Aspettando Godot di Becket, a Natale in casa Cupiello di De Filippo, etc.), che però, deformate dalla incapacità e dalla inadeguatezza dei due, assumeranno colori surreali, a volte farseschi.

Il 19 gennaio 2025 andrà in scena "Una pura formalità" di Pascal Quignard, è una notte fredda e piovosa, un uomo sporco, infangato, in stato confusionale e senza documenti viene fermato e condotto in commissariato. In attesa dell’arrivo del commissario un agente si prodiga per asciugargli i vestiti e rifocillarlo ma si scontra con la riottosa protervia dell’uomo.

Entra il commissario. Chiede allo sconosciuto la sua identità. L’uomo dichiara di essere il famoso scrittore Onoff. Il commissario fatica a credergli e per stanarlo adotta uno stratagemma: essendo lui un grande conoscitore delle opere di Onoff cita un passo di un suo romanzo. L’interrogato cade nel tranello. Non riconosce quelle parole. I sospetti del commissario si fanno sempre più forti e le domande più incalzanti. Ed ecco che messo alle strette cita anch’egli un romanzo e delle note biografiche di Onoff. Finalmente il commissario gli crede. Il militare si mostra visibilmente entusiasta di trovarsi al cospetto del famoso scrittore. Lo rassicura. Gli dice che sarà trattenuto giusto il tempo per espletare le ultime formalità. Tutto sembra risolversi ma quando il commissario chiede che cosa lui abbia fatto quel giorno Onoff è vago, non ricorda, spesso si contraddice. Furente chiede del perché lo stessero ancora trattenendo. Ed è qui che il commissario fa una sorprendente rivelazione: quello stesso giorno, in quei luoghi, è stato commesso un omicidio… 

 

Il programma:

17 novembre: 1980, Cronaca tragicomica di un anno

01 dicembre: Storie di terra, di suoni e di rumori

15 dicembre: A lo stesso, però a n'ata parte

19 gennaio: Una pura formalità       

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