In scena il 1°febbraio alle ore 21:30 al Teatro 99 posti, per la Candelora off, lo spettacolo teatrale "Cartoline da casa mia", prodotto da Arci Avellino e presentato da Don Vitaliano della Sala.
Fosco è chiuso nella sua stanza, non esce più. Ci fissa negli occhi, prigioniero, circondato da un quadrato di luce nel buio che ne traccia il perimetro d’azione come un ring, o una gabbia. Ci apre uno spiraglio nel suo mondo, lui che sulla realtà ha fatto calare il sipario, che dall’inferno dei viventi si è tirato fuori: nessun contatto, nessuna mediazione, nessuna risposta. Niente carne, niente sangue, nessun corpo se non il suo, nudo in una scena nuda.
Vietato ai minori di 18 anni, lo spettacolo ha incontrato delle resistenze proprio perché il protagonista appare spogliato dei suoi abiti per l’intera durata del monologo, cinquanta minuti. Ma non erano forse nudi anche i due giovani uomini innamorati che, secondo la leggenda, furono legati al gelo nell’inverno di Montevergine e salvati proprio dalla luce di Mamma Schiavona? È lo spunto che arriva dal presidente del Comitato provinciale Arci Avellino, Stefano Kenji Iannillo.
Fosco – il protagonista dello spettacolo - ha scelto di isolarsi, di non possedere più nulla, se non la voglia di comunicare, attraverso la forma desueta della cartolina, tutta la sua disperata, e dignitosa, solitudine volontaria. Un disadattato. Così la società liquida un uomo, specie se giovanissimo – e dunque obbligato alla vita – che si esilia, volontariamente, tra quattro mura. Per giorni, per mesi, per anni, forse per sempre. Il fenomeno - che in Giappone rappresenta una vera emergenza, definita con il termine Hikikomori - sta arrivando con prepotenza anche in Italia e coinvolge soprattutto giovani uomini dai 15 al 35 anni, complice anche la parentesi pandemica.
Una storia contemporanea, sincera, prova di orpelli, che è nata dall’incontro tra l’autore Antonio Mocciola e l’attore Bruno Petrosino, voce, volto e anima di Fosco: «Mocciola è noto per essere particolarmente prolifico nella scrittura - ci spiega Petrosino - tocca temi interessanti, drammaticamente attuali, portandoli in una dimensione che ha sempre a che fare con le esperienze umane, con le fragilità, con il bisogno di essere visti e ascoltati. Per me è stato importante stare nel testo che Antonio Mocciola mi ha in qualche modo scritto addosso, perché quando ci siamo conosciuti dello spettacolo c’era solo un’idea, mancavano le parole. Non parla di me, alcuni dettagli fanno riferimento anche al mio vissuto, quello che però mi ha catturato e rapito è stata la potenza di questa interpretazione, che ogni volta è sempre una scoperta. Attraverso Fosco io racconto anche me stesso, in maniera emotiva, attraverso il non verbale e mi rendo conto di come arrivi la storia, insieme a me, perché mi appartiene, è personale e collettiva».
Non ci sono abiti e non ci sono nemmeno muri, perché la stanza è fatta di luce, un quadrato disegnato sulle tavole di legno. Mancano gli oggetti e le altre persone: l’unico canale di comunicazione sta nella fessura della porta, Fosco scrive cartoline, si rivolge a degli interlocutori e lo fa utilizzando la sua materia più nuda, la sua interiorità: «Il pubblico ad un certo capirà perché il nudo si rivela necessario, a rappresentare una sacralizzazione che allo stesso tempo risulta una demonizzazione. Il nudo non solo è consono a questa storia, ma è una forma di liberazione. Per questo è necessario, ne abbiamo fatto un manifesto, una bandiera dello spettacolo.
Oltre sessanta repliche in cinque anni, non è stato sempre semplice portarlo in teatro: «La più grande soddisfazione – nonostante tutte le difficoltà create dal nudo e dal divieto ai minori – la raggiungo quando la violenza del tema trattato lascia spazio alla poesia, all’innocenza. Il pubblico dimentica quanto sia crudo quello che ha appena visto, rimane la dolcezza di Fosco ed è quella che merita di essere esposta, perché è altrettanto reale. Il teatro per me è questo, cercare sempre un altro livello di poesia, di indagine, di realtà."
GIO
dalle 21:30
Mercogliano
Piazza Municipio, 1, 83013 Mercogliano AV, Italia
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