E’ il ritratto di un “Rivoluzionario di professione”, convinto della carica utopica che sempre deve contraddistinguere la politica ad emergere dal volume di Annibale CoglianoIn terra di lupi. Lo studio, l’amore, la politica di un sovversivo nella seconda metà del Novecento”.

Continuano gli appuntamenti della rassegna Avellino Letteraria, sabato 25 maggio alle ore 18:00 a Villa Amendola la presentazione di un’autobiografia potente e appassionata in cui la dimensione privata abbraccia quella pubblica, a partire dal sogno infranto dello sviluppo, in una terra sacrificata sull’altare del clientelismo e del potere come dimostrerà il fallimento del progetto dell’Irisbus di Flumeri.

Gli eventi raccontati nell'intera opera sono riconducibili ad un arco temporale che va all'incirca dagli anni immediatamente successivi alla fine della Seconda Guerra Mondiale fino ai nostri giorni. La storia del protagonista si incontra e si scontra con le grandi trasformazioni della realtà irpina e, più in generale, della società italiana.

Nel libro vengono raccontati la nascita, il contesto familiare, la formazione culturale, l'incontro con la politica. Dunque, la vicenda si snoda su un duplice binario: la sfera privata del protagonista, con particolare attenzione al complesso rapporto del protagonista con le "due madri" e con il padre, e la dimensione pubblica che porta sulla scena l'Irpinia e la complessa dinamica locale/globale.

"Ho tenuto per quindici anni questo lavoro nel cassetto e la pubblicazione di una parte è per me fonte di emozione" ha affermato l'autore sulla sua autobiografia, nella quale l'aspetto intimo si unisce alla storia e all'antropologia. "Nel libro c'è tanto dolore, molta catarsi e diversi interrogativi su cosa siamo stati e sul mondo che attraversiamo oggi con i suoi orrori - ha spiegato - la mia generazione ha avuto la fortuna di vivere una civiltà contadina al tramonto, la modernizzazione, il 1968, gli anni della speranza e delle attese, gli anni di piombo. La storia personale si intreccia ad amori, affetti, studio, impegno e desideri".

"Nell'opera - ha continuato - l'Irpinia ha un posto importante insieme a tutto il resto del Mezzogiorno perché i personaggi, il loro vissuto e le situazioni che descrivo si uniscono alla storia del Sud in una maniera forte. Questo è quello che mi ha convinto, dopo quindici anni di resistenza, a pubblicare l'autobiografia". "Spero di dare un contributo a quello che siamo stati e al mondo contemporaneo" ha concluso Cogliano.

Annibale Cogliano, professore di Storia e Filosofia, ha promosso e diretto Quaderni irpini, il Centro studi e documentazione Carlo Gesualdo, occupandosi di storia moderna e contemporanea. Collabora con l’Archivio Storico per le Province Napoletane, gli Annali del Centro Dorso di Avellino, la Rassegna Storica Salernitana, la rivista Vicum, l’Istituto Campano di Storia della Resistenza. Fra le sue pubblicazioni troviamo: Carlo Gesualdo, il Principe, l’amante e la strega (Napoli, 2004); Carlo Gesualdo omicida fra storia e mito (Napoli, 2006); La svolta illuminata del Santo Officio a fine ‘500 (Napoli, 2006); Due Italie tra fascismo e post-fascismo (Napoli, 2013); La Spagnola, madre di pandemia (Roma, 2020) e molti altri. Ha scritto inoltre numerosi saggi in riviste quali Vicum, Rassegna Storica Salernitana, Aequum Tuticum.


Il programma:

Introduce: Annamaria Piccillo, direttore artistico

Saluti: Edgardo Pesiri, Presidente aps Carlo Gesualdo

Dialoga con l'autore: Floriana Guerriero, giornalista

Intervento: Claudia Iandolo, poetessa e scrittrice

Espone le sue opere: Simona Maietta, artista

Intermezzo musicale: Massimo Lobresca, chitarra e voce

Coordina: Daniele Apuzza, giornalista

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Avellino
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Via dei Due Principati, 202, 83100, Avellino AV, Italia
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dalle 18:00

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comune di avellino, avellino letteraria, provincia di avellino, diocesi di avellino, museo irpino, carlo gesualdo, movimento unitario giornalisti, mondadori
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Museo Civico di Villa Amendola

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