L’Ex Monastero delle Suore della Purità sito in Via Cammarota ad Atripalda è uno dei palazzi più antichi e storici della città, vincolato dalla Soprintendenza, custodisce al suo interno opere di valore storico ed artistico.

Storia

L'Istituto venne fondato nel 1660 da un’antenata della famiglia Laurenzano, la nobildonna Delia custodiva  il pio desiderio di fondare un “Conservatorio di donzelle“ per preservare le fanciulle povere del paese, grazie alle sue donazioni e  con il contributo di molte famiglie benestanti fu costruito nel 1743 il convento che ha ospitato ragazze indigenti a cui veniva insegnato il mestiere di sarta.

Nei decenni il Conservatorio ha funzionato sotto la forma di Ipab, Istituto pubblico per l’assistenza e la beneficenza, riconosciuto con decreto regio, ospitando l’asilo infantile, due sezioni di scuole elementari e l’orfanotrofio femminile. Nel 1943 Leopoldo Cassese lo scelse per custodire importanti documenti dell’Archivio di Stato.
Dal 1979 si avvia l’assistenza alle persone anziane non autosufficienti. Nel 2004 l’istituto assume la trasformazione di Fondazione del Conservatorio delle Suore della Purità.

Nella sua storia più recente l'edificio è stato oggetto di dibattito rispetto alla sua fruibilità d'uso per attività più o meno pertinenti alla sua vocazione solidale. Ad oggi saltuariamente viene utilizzato come sede di eventi culturali.

Architettura

L’edificio ha un ampio e suggestivo chiostro nel quale dal 27 settembre del 1975 si ammirano una statua dell’Eterno Padre opera in marmo dell’artista Alfredo Sodani, suggestive vetrate e cancelli in ferro battuto eseguiti su disegno dell’architetto Santoro dall’artigiano atripaldese Silvio Romano.
Sul chiostro sono elevati due piani con camere per le suore, la costruzione termina con un terrazzo coperto.

Attigua al Conservatorio è ubicata la Chiesa di S.Maria della Purità. Il tempio, costituito dall’unica navata, entrando a destra presenta l’ingresso d’accesso al Conservatorio e una cappella rientrante lungo la parete, con altare e nicchia con la statua di San Gerardo Maiella. Alla parte sinistra c’è l’ingresso della sacrestia e la cappella della Vergine Addolorata.

La chiesa fu danneggiata dai bombardamenti dell’ultimo conflitto mondiale, perdendo così la cupoletta lucernaio che copriva il presbiterio e il soffitto in legno adorno di una grande tela settecentesca, sostituita da un’affresco del maestro Alfonso Grassi di Solfora nel 1966 raffigurante S.Anna e S.Gioacchino con alcune figure bibliche. In primo piano è raffigurata la badessa del tempo Suor Maria Addolorata Adorasi.
L’altare maggiore in marmo ha per pala un dipinto su tela raffigurante la SS.Vergine della Purità del 1700 di De Maio.
Fino alla fine degli anni 80 a destra e a sinistra nel muro si trovavano due nicchie a metà che conservavano due mezzi busti in legno di S.Giuseppe e S.Anna con la piccola Madonna del 1700, di scultori ignoti, ritornata al vecchio splendore dopo il restauro del 1985 eseguito dal maestro Ovidio De Martino di Avellino.
Attualmente le due effige si trovano a sx e a dx delle due cappelle laterali della chiesa.

Nella sua storia più recente l'edificio è stato oggetto di dibattito rispetto alla sua fruibilità d'uso per attività più o meno pertinenti alla sua vocazione solidale. Ad oggi saltuariamente viene utilizzato come sede di eventi culturali.

 

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