In Alta Irpinia, sorge Guardia Lombardi, un borgo autentico dove la cucina racconta ancora oggi la storia della sua gente. Qui il gusto si lega alla terra, alle stagioni e alla memoria.
Dall’agnello di Carmasciano al pecorino locale, dalla pizza cu li “vruoccoli” alla ricotta di Carmasciano fino ai “migliatieddri”, tutto parla di una cultura gastronomica semplice ma profondamente identitaria. Tra queste specialità ce n’è una che più di tutte racchiude l’anima del luogo la “Migliazza”, vero orgoglio del paese e simbolo della cucina contadina irpina.
La Migliazza è un piatto che conquista al primo sguardo e al primo morso, perché racchiude il calore del camino, la conoscenza di gesti antichi e il profumo della tradizione più autentica. È una preparazione rustica a base di farina di mais e arricchita con i celebri “frittoli”, i ciccioli ottenuti dalla lavorazione della sugna. Ingredienti umili ma capaci di trasformarsi in una pietanza di gusto grazie alla cura e alla manualità che da sempre caratterizzano la cucina irpina.
Il vero segreto della Migliazza è la sua cottura speciale, due piatti di terracotta scaldati, i famosi “chinghi”, che avvolgono l’impasto e lo cuociono lentamente tra la brace del camino. È un lavoro che profuma di legna e di memoria: i “chinghi “vengono scaldati nel fuoco, riempiti con l’impasto ben livellato, richiusi come uno scrigno e ricoperti di brace. Durante la cottura vengono ruotati più volte, fino a ottenere una Migliazza dorata all’esterno e morbida all’interno, con un aroma affumicato inconfondibile ed indimenticabile.
Si serve calda o tiepida, spezzata rigorosamente con le mani come si faceva un tempo, e spesso accompagnata dalla “menestra maritata”, creando un connubio tipicamente invernale e ricco di sapore.
Gustare una Migliazza significa compiere un viaggio nel cuore delle tradizioni culinarie locali.
La “Migliazza” non è solo un piatto è il racconto vivo di Guardia Lombardi, della sua storia, delle sue famiglie e del gusto sincero dell’Irpinia.