La collina del Calvario è una zona belvedere del piccolo paesino di Cairano.
E’ un luogo molto significativo per i cairanesi perchè è dedicato alla crocifissione di Cristo.
Nato nel 1966 da una missione popolare dei padri Passionisti, da quell’anno tutti i fedeli cairanesi hanno nel cuore questo luogo come luogo di pace, meditazione, preghiera e fede.
Il Venerdì Santo, in particolare, prende vita una Via Crucis molto originale in cui si ricordano le varie tappe della Via Dolorosa di Gesù percorrendo tutto il paese, fino a salire su questa collina che volge il suo sguardo su tutto il borgo e che in quel giorno si riveste di un velo di particolare fascino di fede cristiana, popolare e mistica. Questo evento, che si ripete ogni anno, nel cuore dell’anno liturgico, si riveste anche di un velo folkloristico unico nel suo genere.
Da questo piccolo belvedere si può ammirare tutto il versante orientale dell’Irpinia che va da Andretta, Calitri, fino al confine pugliese.
La collina del Calvario si riveste di un’importanza storico-archeologica di alto rilievo: è qui, infatti,che sono stati ritrovati preziosi manufatti e resti delle tombe etrusche della civiltà denominata “Oliveto Citra- Cairano”, oggetto di ricerca storico-archeologica di alto rilievo per quanto riguarda la storia locale.
I primi ritrovamenti archeologici sul territorio di Cairano furono del tutto occasionali e si ebbero in conseguenza ad alcuni lavori agricoli condotti nella zona; parte del materiale venuto occasionalmente alla luce fu consegnato al Museo Irpino.
Nel 1967 fu invece condotta, da parte della Soprintendenza alle Antichità di Salerno, Avellino e Benevento, la prima campagna di scavo sistematica, sotto la direzione di Gabriella Pescatori Colucci.
Si iniziò l’esplorazione nella contrada Vignale con la scoperta di una zona di necropoli: in essa si rinvennero 24 corredi tombali che testimoniavano il lungo periodo d’uso, dagli inizi del IX sec. a. C. fino alla prima metà del VI.
Dal 1970 al 1972 e nel 1976, altre campagne di scavo hanno permesso di ampliare le conoscenze del territorio e di chiarire soprattutto quegli aspetti della vita di Cairano, che si riferiscono al periodo che va dalla metà del VI fino al V sec. a. C..
Nel 1970 si proseguì, in un primo momento, l’indagine in contrada Vignale, nella stessa necropoli individuata dai saggi di scavo della Pescatori Colucci; in seguito furono effettuati i primi saggi di scavo a Nord-ovest della contrada Vignale, sulla collina detta del Calvario. Il luogo fu scelto con l’intento di ritrovare i resti dell’antico abitato: fino a quel momento nei centri della cultura di Oliveto – Cairano era stato possibile raccogliere dati legati esclusivamente alle necropoli, con la conseguenza che della cultura si aveva un quadro incompleto, all’interno del quale era arduo distinguere gli aspetti immediatamente strutturali della società da quelli condizionati dal rituale e dall’ideologia funeraria.
Sull’altura del calvario invece, le trincee di scavo dimostravano subito la presenza di un nucleo abitato e, accanto ad esso, di una necropoli arcaica, e fu quindi sulla collina che si svolse il lavoro di esplorazione per tutti gli anni successivi.
Lo scavo permise di riportare alla luce 6 corredi tombali e parte del materiale di altri 2 corredi scomposti dai lavori di aratura e dell’intervento di successive deposizioni.
Si tratta di tombe del tipo a fossa, di forma più o meno rettangolare, strette ed assai allungate, in cui il cadavere era sempre deposto supino; presentavano tutte una copertura di pietra e di ciottoli di fiume: una ghiera di pietre e ciottoli talora rivestiva anche le pareti interne della fossa. Le suppellettili del corredo erano generalmente disposte lungo gli arti inferiori e ai piedi dello scheletro.
Interessante è l’ abitato del VI secolo a.C., che risulta costituito da un complesso di strutture in ciottoli sferoidali messi in opera a secco con originariamente sovrapposte pareti alzate in mattoni crudi. Gli edifici definiscono un’area identificata quale luogo di incontro dei ceti dominanti ed a cui è annessa una zona con ambienti adibiti a magazzini, in quanto dotati di grosse giare (pithoi) infisse nel terreno per la conservazione delle derrate. Nel V secolo a. C. il nucleo abitato viene improvvisamente abbandonato ed in un suo settore fra il IV ed il III secolo a.C. viene impiantato un piccolo insediamento lucano. Altre sepolture dell’ età del Ferro provengono dalla località Cannelicchio, dove ceramiche ed oggetti metallici sono riferibili alla Cultura delle tombe a fossa. In età romana il sito faceva parte del territorio della città di Compsa e reperti del periodo compreso fra I secolo a.C. e VI d.C. sono stati rinvenuti sporadicamente nelle località Ischia della Corte, Rasole, nei pressi della stazione ferroviaria che ora non esiste più e lungo il fondovalle ofantino.
La maggior parte dei reperti ritrovati sono custoditi nel museo di Pontecagnano (Salerno).
Sito Archeologico della Collina del Calvario
83040 Cairano AV, Italia
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