Sant’Antonio Nostrum e la Festa dell’Emigrante: due giorni di musica, memoria e sapori a Rivottoli di Serino

Si rinnova l’appuntamento con ‘Sant’Antonio Nostrum e la Festa dell’Emigrante’, in programma il 14 e 15 giugno a Rivottoli di Serino.

Due giornate di musica, teatro popolare, cultura e gastronomia che celebrano il legame tra territorio e memoria, tra tradizione e viaggio. Il 14 giugno, dalle ore 20.00 alle 24.00, il programma si apre con l’inaugurazione della braciola più grande d’Italia a cura dell’Associazione Cuochi Avellinesi.

A seguire, spazio allo spettacolo con Ballon Woman Show, i ritmi ancestrali dei Tammurriarè, i suoni dei Pegaondo, e la performance teatrale 'Solo Andata Show'. Torna anche 'Il Pulcinella Emigrante' della Bottega del Sottoscala, accompagnato dal racconto di 'Simon Rodia e il Museo dell’Emigrante' e dall’installazione itinerante 'Emigrante a Spasso'.

Il 15 giugno si comincia alle 10.00 con il concorso nazionale di pittura estemporanea per bambini e ragazzi e con la seconda edizione del Premio Simon Rodia, che assegnerà targhe di merito a emigranti d’eccezione. La giornata prosegue con Biagio Prisco e la sua 'Voce della Tradizione', la musica coinvolgente dei Los Espositos, una nuova replica di 'Solo Andata Show' e l’esibizione de 'Il Pulcinella Emigrante'. Spazio anche alla danza con 'La Nina del Sud' a cura di Ballet Studio.

Per tutta la durata dell’evento sarà attiva un’area dedicata agli stands gastronomici a cura dell’Associazione Cuochi Avellinesi, con proposte che raccontano la cucina rurale del territorio: la braciola più lunga d’Italia, polpette di Zi Miluccia, rape e patate con pizza di granone, pizza fritta, zeppola calda, fusilli al sugo con braciola, panini con salsiccia, cotechino e hamburger di scottona, accompagnati da bibite, vino paesano e birra alla spina.

L’iniziativa è organizzata dal Comitato Festa Sant’Antonio da Padova di Rivottoli di Serino 2024-2025 e rappresenta un’occasione unica per vivere l’identità del luogo in un’atmosfera di festa condivisa, fra “li cunti e li canti, fra cuori emigranti e sentimento antico”.