Sono testimonianze e storie che raccontano l’orrore della guerra a caratterizzare il volume “Lettere dal fronte”, Terebinto edizioni, primo libro del giornalista e scrittore avellinese Gianluca Amatucci.

Vicepresidente dell’Associazione Nazionale del Fante (sezione di Avellino), da sempre studioso appassionato di strategie militari, ripercorre le vicende dei soldati italiani nella prima e seconda guerra mondiale, a partire dal alcune lettere inviate dal fronte mentre combattevano in trincea. Un itinerario che arriva fino alle missive dei soldati italiani impegnati nelle missioni di pace all’estero.

La presentazione è prevista il 14 giugno alle ore 17:30 alla Libreria Mondadori di Avellino, con moderatore: Fiorentino Vecchiarelli; interventi: Ettore Barra (Terebinto), Ilenia D'Oria (Archeoclub Avellino), Lettura di estratti: Prof.ssa Ilde Rampino e accompagnamento musicale: Paolo De Vito.

Gianluca Amatucci riporta alla superficie sogni spezzati, attese interminabili della fine di una sofferenza atroce. Punto di partenza quella passione per la storia e i conflitti mondiali, alimentata dalla rivista di letture specializzate alla frequenza del corso allievi ufficiali di complemento a Cesano di Roma.

Un volume che nasce da un’attenta ricerca che pone l’accento sulle storie di prigionieri di guerra e soldati dimenticati e sepolti nei cimiteri di tutta Europa fino a quegli anelli offerti alla Madonna da alcuni militari prima di partire per il fronte, per consentire la realizzazione di un medaglione su cui fu incisa la M di Maria dalle trincee della terza compagnia della 135esima Fanteria.

“Quando ho deciso di scrivere questo libro – spiega Amatucci – ho iniziato a raccogliere non solo alcune lettere dal fronte della Prima  e della Seconda Guerra Mondiale ma ho cercato anche  testimonianze scritte di soldati italiani e non solo, impegnati anche su altri fronti, in conflitti più recenti, come anche in missioni di pace all’estero. Al tempo stesso ho trovato anche lettere scritte da bambini che hanno inteso lanciare così propri messaggi e richieste di aiuto nel cuore della guerra”.

Dalla storia di Giovanni Della Sala, deportato in un campo di concentramento l’8 settembre del 1943, dove rimase per ben ventritrè mesi fino allo zio Lisandrino, Alessandro Zeccardo, “il fratello di mia madre, uno zio che non averi mai conosciuto, perchè disperso in guerra sul fronte albanese”. O ancora quella di Sabato Picone, contadino che non sapeva nè leggere nè scrivere, fatto prigioniero dagli austriaci durante la prima guerra mondiale, per essere poi liberato e tornare al deposito del 52° Reggimento Fanteria. Fu lui a ritrovare in prigionia  il fratello Emilio, anche lui destinato a tornare a casa.

Centrale nel libro il confronto costante con gli studenti che hanno mostrato profonda commozione nel leggere le lettere dal fronte dei soldati “Ma c’è bisogno di un’azione sinergica per difendere il valore della memoria e trasmetterla alle nuove generazioni”.

Fino all’impegno di un sito come “Dimenticati di Stato” di Roberto Zamboni dedicato ai soldati sepolti nei cimiteri in Austria, Germania e Polonia in cui trovano spazio anche i nomi di numerosi irpini. Un libro per ribadire, come ha spiegato Amatucci, il valore della pace e l’impegno di associazioni come quella del fante che non smettono di testimoniare la storia irpina ma devono fare i conti con la mancanza di una sede.

Il 21 giugno alle  ore 17:30 una nuova presentazione presso la  sala Penta Biblioteca provinciale Avellino, con Maria Ronca, Patrizia Girardi e tanti altri autori. 

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