La storia di Cervinara è fortemente legata al fenomeno del brigantaggio post-unitario e le vicende storiche ne hanno segnato profondamente il racconto. Dopo l'Unità d'Italia nel 1861, il malcontento nelle popolazioni rurali del sud, che si sentivano oppresse e tradite dal nuovo Stato, portò all'esplosione di tale fenomeno che si manifestò attraverso la costituzione di numerose bande armate organizzate da gruppi di uomini che per motivazioni diverse vivevano lontano dai centri abitati. Il loro modus vivendi fu caratterizzato da azioni repentine e cruente che, la mancanza di comunicazione e in seguito l’inesistenza del riscontro sulle notizie, alimentarono la fantasia di chi abitava a valle tanto da partorire un’epopea ricca di memorabili imprese singole e collettive. Questo fenomeno era influenzato da vari fattori socio-economici e politici, come il risentimento dei contadini e degli ex soldati borbonici contro il nuovo governo unitario e la leva obbligatoria.
Il 29 e il 30 novembre del 1860 gli abitanti di Cervinara insorsero contro il governo piemontese, dando vita ad una violenta ribellione antiunitaria che aprì la strada al brigantaggio e trovò nelle vicine montagne la base ideale.
Uno dei briganti più famosi originari di Cervinara fu Domenico Antonio Taddeo nato il 17 giugno del 1840 da una famiglia numerosa ma chiamato Felice per distinguerlo dal fratello maggiore Domenico nato nel 1828. Decimo e ultimo figlio di Orazio Taddeo e di Diamante Cioffi, fu avviato alla professione di falegname ma da semplice ragazzo di bottega, a soli vent’anni si unì alla banda dei fratelli Giona e Cipriano La Gala per fare resistenza armata divenendo così uno dei più importanti capi banda sui monti di Cervinara. Il suo nome e quello della sua banda, è legato al compimento di efferati assassinii come quello del sindaco di Cervinara Donato Pagnozzi, violenti sequestri come quello del minorenne Carlo Mainolfi e di Pasquale Valente oltre a numerosi altri reati commessi anche fuori provincia.
Dopo il 18 dicembre 1861, sopravvissuto alla disfatta della banda La Gala, si unì alla banda di Domenico Ragusta detto “Il Calabrese” e successivamente alla batteria del Piciocchi di Baiano diventando Capo brigante subito dopo la morte di questi e formando una sua batteria insieme al fratello Francesco. Felice Taddeo fu catturato dalla Guardia Nazionale il 1° dicembre del 1865 a Paolisi, dopo un combattimento di 11 ore, insieme a tutti i suoi uomini che furono quasi tutti uccisi.
La figura del brigante è ancora oggi oggetto di dibattito. A Cervinara sono stati organizzati numerosi eventi finalizzati all’approfondimento di questo fenomeno che ha caratterizzato il Sud Italia, distinguendo tra storia e memoria.
Numerose sono pure le rievocazioni in costumi d'epoca attraverso cui il racconto e la memoria storica del brigantaggio rivivono ancora oggi. La realizzazione di un film chiamato "Terre di Briganti" è un esempio di questo interesse culturale.