Nel ciclo delle iniziative promosse dall'Associazione Femminile la "Ginestra" di Montella non poteva mancare un'iniziativa per l’OttoMarzo, la Giornata internazionale della donna, per ricordare con le donne e per le donne sia le conquiste sociali, economiche e politiche, sia le discriminazioni e le violenze di cui sono state e sono ancora oggi oggetto in ogni parte del mondo.
Spesso nell'accezione comune, la "Giornata internazionale della donna", viene erroneamente definita come "Festa della donna", ma sarebbe più opportuno chiamarla Giornata della donna poiché la motivazione non è la festa, ma la riflessione. Nel secondo dopoguerra, la data dell'8 marzo veniva associata alla morte di centinaia di operaie nel rogo di una inesistente fabbrica di camicie Cotton o Cottons avvenuto nel 1908 a New York, facendo probabilmente confusione con una tragedia realmente verificatasi in quella città il 25 marzo 1911, l'incendio della fabbrica Triangle, nella quale morirono 146 lavoratori, 123 donne e 23 uomini, in gran parte giovani immigrate di origine italiana ed ebraica.
Nel settembre del 1944, si creò a Roma l'UDI, Unione Donne in Italia, per iniziativa di donne appartenenti al PCI, al PSI, al Partito d'Azione, alla Sinistra Cristiana e alla Democrazia del Lavoro; fu l'UDI a prendere l'iniziativa di celebrare, l'8 marzo 1945, la prima Giornata della donna nelle zone dell'Italia libera. Con la fine della guerra, l'8 marzo 1946 fu celebrato in tutta l'Italia e vide la prima comparsa del suo simbolo: la mimosa, secondo un'idea di Teresa Noce, Rita Montagnana e Teresa Mattei, fiore scelto perché povero e reperibile dappertutto. Nel 1959 le senatrici Luisa Balboni, comunista, Giuseppina Palumbo e Giuliana Nenni, socialiste, presentarono una proposta di legge per rendere la giornata della donna una festa nazionale, ma l'iniziativa cadde nel vuoto.
Il clima politico migliorò nel decennio successivo, ma la ricorrenza continuò a non ottenere udienza nell'opinione pubblica finché, con gli anni settanta, in Italia apparve un fenomeno nuovo: il movimento femminista. L'8 marzo 1972 in Piazza Campo de Fiori a Roma si svolse la prima manifestazione della festa della donna, durante la quale le donne chiesero a gran voce, tra le varie cose, anche la legalizzazione dell'aborto.
Il 1975 fu definito poi dalle Nazioni Unite come l'Anno Internazionale delle Donne e l'8 marzo di quell'anno i movimenti femministi di tutto il mondo manifestarono per ricordare l'importanza dell'uguaglianza dei diritti tra uomini e donne. Oggi la giornata della donna ha un po' perso il suo valore iniziale, è diventata appunto una festa e basta, ma fortunatamente ci sono ancora organizzazioni femminili che continuano a cercare di sensibilizzare l'opinione pubblica sui problemi di varia natura che riguardano il sesso femminile, come la violenza contro le donne e il divario salariale rispetto agli uomini.
E' ciò che conduce ogni giorno la "Ginestra" di Montella, un'associazione di donne che si occupano di altre donne che, Mercoledì 8 marzo 2023 alle ore 17:00, presso la Biblioteca Comunale di Montella, si riunirà con un parterre tutto al femminile per dialogare con quattro autrici irpine o trapiantate in Irpinia. Un'iniziativa promossa dalla "Ginestra", con il patrocinio morale del Comune di Montella, dal titolo "Il linguaggio delle donne: scrittrici a confronto", durante la quale dialogheranno tra loro le scrittrici Emilia Bersabea Cirillo, Antonella Prudente, Emanuela Sica e Clarice Spadea. La conduzione del dibattito e le letture saranno curate da Elisa Forte, giornalista, scrittrice e blogger di Torella dei Lombardi con la partecipazione degli alunni I.I.S.S. R. D'Aquino.
Interverranno al dibattito:
Anna Maria Natellis, Presidente Ginestra Atp, per i saluti istituzionali
Anna Dello Bono, Vicesindaco e assessore politiche culturali Comune di Montella
Parteciperanno alcuni degli alunni dell'I.I.S.S. R. D'Aquino:
Giorgia De Luca
Giulia Sansone
Miriam Bozzacco
Ilaria Fiore
Antonio Schiavone
Attilio Fierro
Saranno presenti le autrici e l'evento è ad ingresso libero (fino ad esaurimento dei posti disponibili) presso la Biblioteca Comunale Piazza Bartoli alle ore 17:00. Saranno presentati al pubblico i 4 libri delle autrici irpine:
"Azzurro Amianto", Ed. Le Plurali, di Emilia Bersabea Cirillo
"Per Manu, emozioni da una madre", Edizioni Iod del 2022, della professoressa Antonella Prudente
"Il caso Antigone", Pensa Editore, Anno edizione 2019, di Luigi Anzalone e Emanuela Sica
"La rada, poesie", RP Libri, Anno edizione 2022, di Clarice Spadea.
La scrittrice irpina Emilia Bersabea Cirillo in "Azzurro Amianto" affronta con eleganza e impegno una pagina dimenticata e drammatica della storia irpina, la terribile vicenda della fabbrica dell'Isochimica di Avellino intrecciandola con quella di due donne in cerca di giustizia. È una storia familiare strettamente legata alle vicende di un pericoloso killer: l’amianto. Il romanzo è ambientato negli anni 2000 in un’area industriale abbandonata di una città del sud Italia. Due donne si rifugiano lì, in cerca di giustizia per Romualdo che, negli anni ‘80, fece parte di una squadra di giovani, impiegati a scoibentare amianto dalle carrozze dei treni delle Ferrovie dello Stato.
"Azzurro amianto" trasporta il lettore in una vicenda sociale, politica e intima. Sullo sfondo vi è un territorio ferito, attraversato dal desiderio di riscatto delle sue protagoniste e anche della sua autrice. Emilia Bersabea Cirillo ha lavorato per tutta la vita come architetto e vive ad Avellino. Scrittrice con esperienza, ha pubblicato il primo libro nel 1999. Nel 2010 ha vinto il Premio Prata con "Una terra spaccata" (Edizioni San Paolo, Milano). Con L’Iguana editrice ha pubblicato il romanzo "Non smetto di aver freddo" nel 2016 (Premio Minerva 2016 e Premio Di Lascia 2017). Ha fondato l’Associazione "Paroletranoileggere" per la promozione della lettura e la valorizzazione dei saperi femminili del territorio irpino e non solo.
La professoressa Antonella Prudente nel suo libro "Per Manu, emozioni da una madre", dedica alla figlia appena nata, dei versi che sono "occhi aperti sul dolore della vita. Sono un'esperienza di affannosa ricerca, affinché l'amore, tutto l'amore, possa camminare in fuochi di speranza". Il fascino della nascita qui è anche preghiera, volontà di cercare strade che siano di pace, di abbracci, di legami. Antonella Prudente è una "grande quercia, è uno di quegli alberi di montagna che il vento difficilmente potrà sradicare, che i vènti avversi potranno produrre solo altra poesia e musica, e carezze e desideri di essere con lei". Questi versi sono poesie scritte circa vent'anni fa, scoperte ora, ritrovate, affinché la figlia sappia tutto il suo amore, tutte le sue ansie, tutto il fervore e la gloria che ha accompagnato questa santa nascita. Questo passaggio di consegne è di madre in figlia, dalle ginocchia e dall'abbraccio dell'anziana madre della poetessa, all'abbraccio di una nuova generazione in cui si ripone e si realizza il desiderio d'infinito, un cammino che è anche di dolcezza, di unione, di forte unione, inscindibile unione madre-figlia." (Dalla prefazione di Carmen Moscariello)
"Il caso Antigone" è un libro scritto a quattro mani da Luigi Anzalone con Emanuela Sica, il messaggio del libro è attualissimo anche se ripercorre la tragedia di Antigone, nella quale le ragioni di Stato o le ragioni economiche prevalgono sul diritto dell’individuo, mortificando spesso il piano delle libertà. "In Antigone si contrappone etica ed essere, la ragione del cuore contro la ragione di stato, la ribellione libertaria contro il potere tirannico, la pietas contro la politica. Il sistema di Antigone è quello delle leggi "non scritte", che esprimono i principi etici da lei sentiti come imprescindibili, legati ai valori della famiglia".
Il saggio, denso di rimandi filosofici che mette in luce la figura appassionata e contrastante della principessa tebana Antigone, posta davanti a una scelta difficile che coinvolgerà tutto il suo essere e darà vita a una sorta di forte opposizione contro il mondo che la circonda. Luigi Anzalone, attraverso una disamina colta e particolareggiata, mette in evidenza la problematicità dell’ esistenza dell’uomo che Eschilo inseriva nella catena della stirpe, in cui l’individuo costituiva un anello, mentre in Sofocle si dava rilevanza all’uomo singolo rappresentato in un’azione significativa del suo esistere in cui "deflagrano" il suo destino e la sua personalità.
Antigone è una figura simbolica, che si incarna anche nello stretto rapporto che ha con suo padre Edipo, "enigma tragico", vittima ignara di un destino crudele che lo condanna inconsapevolmente ad uccidere suo padre e a sposare sua madre: il suo tormento interiore lo spingerà a fare un gesto terribile, si accecherà quando comprenderà la verità. Antigone è figlia di questo tormento, del mistero tragico della sua famiglia e vuole seppellire il fratello Polinice anche se le viene proibito da Creonte, suo cognato che detiene il potere, mentre sua sorella Ismene non riesce a contravvenire a questo divieto e non vuole aiutarla.
Antigone rappresenterebbe la ribellione dell’essere umano contro l’autorità patriarcale, Anzalone infatti pone in evidenza "le drammatiche antinomie dell’agire dell’uomo in ogni epoca e in ogni luogo" e il conflitto tra la legge e l’amore familiare: Antigone è l’incarnazione del modo doloroso e lacerante attraverso cui lo spirito realizza se stesso. Secondo il filosofo, "la famiglia ha nella comunità la propria sostanza universale": Antigone e Creonte rappresentano due potenze etiche, di cui ognuna riconosce se stessa.
Nel libro, inoltre, i concetti filosofici legati all’interpretazione della figura di Antigone sono intervallati da suggestivi e intensi testi poetici della scrittrice Emanuela Sica, come l'"Elegia per Antigone", dei versi densi di pathos e di significato che accompagnano i gesti di Antigone nella sepoltura del fratello Polinice, in cui questa donna, che nel suo dolore "chiede dignità" perché "condannati senza amore", scava dentro di noi percorsi di ricordi e di forti sensazioni.
Ultimo libro in programma per l'8 marzo nell'evento "Il linguaggio delle donne: scrittrici a confronto", sarà "La rada, poesie" della scrittrice e avvocato Clarice Spadea. Una raccolta di poesie dell'autrice nata a Taranto ma che vive e svolge la sua professione di avvocato ad Avellino. "Un momento di intimità con me stessa", racconta presentando il suo libro. "Per superare i momenti difficili ma anche per godere delle cose belle che è ancora possibile scorgere nella vita di ogni giorno".
"Non siamo forse tutti alla ricerca di un luogo che all’occorrenza ci sappia riparare dai forti venti e dal mare mosso della vita? Essere in rada non è fuggire e non è nascondersi. È trovare, ovunque sia, in mare o nella propria terra o racchiuso in un foglio di carta, un rifugio provvisorio fatto di quiete, dove, nell’attesa che passi la tempesta di turno, tentare di allacciare i fili della propria vita, il passato con il presente, gli affanni con le gioie. Significa far emergere pensieri e parole difficili da pensare e da pronunciare a voce alta, spogliare ogni gesto, ogni silenzio e dare voce solo alle emozioni più profonde. Poi ripartire verso un nuovo giorno".
"Il linguaggio delle donne: scrittrici a confronto": Mercoledì 8 marzo 2023 alle ore 17:00, presso la Biblioteca Comunale di Montella. Un'iniziativa promossa dall'associazione Ginestra, con il patrocinio morale del Comune, in cui saranno presentati quattro libri di autrici irpine
MER
dalle 17:00
Montella
Piazza degli Irpini, 83048 Montella AV, Italia
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