Ritorna la rassegna Visioni a cura del CentroDonna, in collaborazione con Quaderni di CinemaSud, anche questo mercoledì 29 marzo. Un nuovo appuntamento con il Cinema Partenio e il cinema d'autore. Sarà proiettato il film documentario di Esmeralda Calabria, "Parlate a bassa voce", Italia 2022, durata 81 minuti, presentato all’ultimo Festival di Torino, che prova a rispondere alla domanda: Quali tracce lascia un regime dittatoriale durato 50 anni? dando voce a chi ha vissuto sia il regime comunista che il passaggio alla democrazia.

Calabria ci mostra quello che c'è dietro l'emigrazione e lo stereotipo albanese. Un documentario che restituisce dignità alla memoria e con coraggio squarcia un velo sull'Albania, uno dei Paesi a noi più vicini ma a noi più sconosciuti. "L’inno del socialismo si mescola alle voci del popolo albanese che piange la morte del compagno Enver Hoxha".

Esmeralda Calabria è produttrice, regista, sceneggiatrice e montatrice, mestiere per cui ha all’attivo decine di film e ha vinto tre David di Donatello. "Parlate a bassa voce" è il suo terzo documentario. Qui viene data voce a musicisti, attori, registi e persone che hanno vissuto sotto la dittatura comunista, che hanno provato a scappare dall’Albania, e che hanno attraversato il passaggio a un pluralismo politico con la fondazione, all’inizio degli anni ’90, del partito democratico.

Nel documentario, il violoncellista albanese Resi Hasa ci conduce in un viaggio sul filo dei ricordi nell’Albania di oggi, per sfidare i preconcetti e mostrarci un paese tanto vicino quanto sconosciuto. "La forza e la ricchezza di un paese si fondano sulla capacità del suo popolo di mantenere vivo nel tempo, per le vecchie e per le nuove generazioni, il ricordo delle tradizioni, aprendosi al futuro utilizzando la memoria e gli insegnamenti del passato". 

Albania 1985. Dopo 40 anni di esercizio indiscriminato del potere, il dittatore Enver Hoxa muore, creando un vuoto tutt’ora incolmabile nella politica albanese. Sotto la sua guida, il Paese ha conosciuto alcune delle pagine più cupe della sua storia, e alla repressione ha fatto seguito una crisi e un abbandono del paese di dimensioni tutt’altro che modeste, che ha visto uno dei suoi punti di riferimento l’Italia. Redi Hasa, violoncellista professionista attivo da molti anni in Italia, è stato uno dei protagonisti di quella migrazione e, attraverso i suoi interventi, vengono analizzate le conseguenze di quei quarant’anni sul singolo individuo e sulla comunità.

Esmeralda Calabria lo utilizza come "cicerone" per il suo racconto facendolo conversare, davanti alla macchina da presa, con amici e parenti che hanno vissuto quello che lui ha vissuto. Davanti all’obiettivo la narrazione diviene scorrevole e colloquiale, si discute di tutto, arte, politica, di ideali e di identità rispetto a ciò che si è e ciò che si vuole diventare. La Calabria sembra voler dire, con il suo documentario, che prima di guardare avanti bisogna necessariamente guardarsi indietro, e tornare sul "luogo del delitto", l’Albania appunto, dove tra le rovine ancora in piedi del passato, le ferite sono ancora aperte, e ci si continua a domandare, anche quando non si è fatto nulla di male, se non si sarebbe potuto fare di più; il tutto mentre, come ricordano alcuni degli intervistati, nessuno dei veri responsabili si è mai scusato delle atrocità perpetrate.

"Quello non era comunismo", afferma una ex attrice teatrale intervistata, "era dittatura pura e semplice". E proprio i filmati che vedono protagonisti i capi di quella dittatura diventano il materiale privilegiato per Calabria che riesce a farne un uso inedito, "quasi espressionista": proiettandoli ora sulla parete di una caverna, ora su un muro di mattoni, rievocando con efficacia quel clima di chiusura e terrore da cui Hasa, nato nel 1977, si è divincolato perché ha conosciuto meglio il periodo di instabilità successivo alla caduta del regime che non il regime stesso, e come lui migliaia di altri.

Eppure, anche dopo una brillante carriera in Italia, il senso di colpa rimane: colpa per essere scappato, colpa per non aver fatto abbastanza per il suo Paese in perenne crisi politica, colpa per aver lasciato i genitori. Solo il confronto diretto con la sua terra, forte di ciò che ha imparato al di là di quel muro, come si vede nel potente finale, potrà rimettere le cose in equilibrio.

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Note
Cinema Partenio Avellino
Orari: 17,30 – 19,30 – 21,30
Accessibilita
Grado di accessibilita
Totalmente accessibile
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Avellino
Indirizzo
Dove:
Piazza del Popolo, 1, 83100 Avellino AV, Italia
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Mercoledì 29 marzo 2023 nuovo appuntamento al cinema Partenio con la rassegna Visioni e il cinema d'autore. Sarà proiettato il film documentario "Parlate a bassa voce" di Esmeralda Calabria

MER

Prezzi di accesso
Prezzo:

Abbonamento Adulti 32,00 euro; Biglietto 5,00 euro

Indicazioni dell'organizzatore
Organizzatore:
Associazione CentroDonna in collaborazione con Quaderni di CinemaSud
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Avellino

Piazza del Popolo, 1, 83100 Avellino AV, Italia

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