Il Comune di Montella, dal quale inizia il percorso, è un vero e proprio Parco naturalistico situato nell’alta valle del Calore. Il territorio, infatti, circondato dai Monti Picentini, è ricco di boschi montani, ruscelli, laghetti stagionali, cascate, torrenti e sentieri. Il borgo antico, posto su una collina a ridosso dell’attuale centro, sede del potere feudale fino al XV secolo, è caratterizzato da un castello longobardo detto Castello del Monte, prima fortilizio in epoca romana, luogo di interesse storico e religioso situato sull'omonima via che conduce a un complesso architettonico comprendente anche la Chiesa di Santa Maria del Monte (detta anche "della Neve") e l'ex Monastero francescano.
Sempre a Montella, situato a 954 metri di altitudine, sul Monte Sovero, si trova il Santuario del Santissimo Salvatore, meta di pellegrinaggio da generazioni dove all’antico culto religioso si uniscono tradizioni e racconti popolari come bere al pozzo del Miracolo o suonare la grande campana.
Il Complesso conventuale di San Francesco a Folloni, riconosciuto come monumento nazionale, deve il suo nome al luogo in cui si insediò la prima comunità francescana nel 1222, ovvero il bosco di Folloni. Secondo una leggenda, alcuni confratelli decisero di erigere in questo luogo una Chiesa dedicata alla Santissima Annunziata, dopo che il Santo di Assisi si rese protagonista di un miracolo avvenuto durante una loro sosta notturna al bosco, sul cammino verso il Santuario di San Michele sul Gargano. Ma il territorio di Montella non è solo sede di storia, arte, spiritualità e natura, ma anche di sapori genuini ed eccellenze gastronomiche. Famosissima è la castagna di Montella IGP, il cui riconoscimento comunitario dell’Indicazione Geografica Protetta IGP "Castagna di Montella", è avvenuto il 21 giugno 1996. L'area di produzione della "Castagna di Montella" IGP, che risale al VI secolo a.C., è concentrata nell'area del Terminio-Cervialto e limitata in particolare ai territori dei comuni di Montella, Bagnoli Irpino, Cassano Irpino, Nusco, Volturara Irpina e Montemarano. I castagneti idonei sono situati tra i 500 e i 100 metri di altitudine, in modo da conferire al prodotto le specifiche caratteristiche di qualità. Altri prodotti enogastronomici di qualità sono il formaggio, in particolare il Caciocavallo podolico dei Monti Picentini PAT, il Caciocavallo Silano DOP, la Scamorza di Montella PAT, la Ricotta manteca di Montella PAT, la Treccia di Montella PAT ed il Torrone di Castagna PAT.

Cassano Irpino nota come "Terra delle Acque", le cui sorgenti rappresentano un patrimonio di notevole interesse naturalistico, preserva le caratteristiche viuzze e le case addossate le une alle altre che si dispongono intorno al Castello edificato in epoca longobarda a scopo difensivo. Nel centro del borgo vi è la settecentesca Chiesa dedicata a San Bartolomeo patrono del paese.
Il gruppo sorgentizio del territorio cassanese è alimentato dal vasto bacino idrogeologico dei Monti Picentini, che comprende le Sorgenti Pollentina, Peschiera, Acqua del Prete e Bagno della Regina. Per preservare la purezza delle acque, inoltre, furono costruite alcune coperture, tra cui una a forma di cupola, presso la Sorgente Pollentina, che rende il paesaggio interno molto suggestivo. A colpire lo spettatore è anche la visione dell'acqua raccolta sotto la cupola, che, pura e ricca di ossigeno, fa sì che si formino in superficie numerose bolle.
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Bagnoli Irpino, alla scoperta del “Sannio Hirpino”, da visitare in primis è il Rione della Giudecca o Giudea a matrice ebraica è il nucleo più antico del centro e risale al 1300. Naturalmente, nei pressi della piazza centrale, vi sono molti palazzi nobiliari dove un tempo abitavano i signori locali.
La Chiesa Madre Collegiata di Santa Maria Assunta, nel centro storico del paese, risalente all'anno’900 ed il Complesso monumentale di San Domenico con il suo campanile, alto ben 30 metri, della seconda metà del 1450. Il castello Longobardo, eretto intorno all’ VIII-IX secolo, e il castello Normanno, eretto tra il XI-XII secolo, che rappresenta uno dei pochi esistenti in Europa. Il "Palazzo Tenta" un palazzo storico risalente al ‘500 costruito per ospitare alcune fabbriche tessili e chiamato Tenta proprio perché la "Tenta" era la tingitura dei tessili.
La Fontana del Gavitone costruita al centro della città, risale al 1400 e, sopra questa fontana, in epoca successiva, fu costruita una torre con l'orologio, in seguito rimodernata ed arricchita intorno alla metà del Novecento del secolo. Meritano una visita anche il Convento dell'Ordine di Santa Caterina, risalente intorno al 1600, e la Chiesa di Santa Margherita, risalente alla fine del '500, che prese il nome della pia Contessa Margherita Orsini, madre del Conte Troiano Cavaniglia.
Ma Bagnoli è famosa anche per la produzione del "Tartufo nero" che viene proposto in diversi tipi di pietanze tipiche della zona come i ravioli ripieni con funghi e tartufo, le braciate di carne e tanti dolci alle castagne.
Il Lago Laceno
L’altopiano del Laceno è una zona compresa nel Parco dei Monti Picentini, un'area naturalistica, in cui è possibile praticare diversi sport sia invernali che estivi oltre al trekking in quanto ci sono numerosi sentieri serenamente percorribili.

Il lago Laceno è ottimo come base per un pic-nic sia intorno al lago sia nei pressi degli impianti di risalita del Monte Raiamagra dove le numerose zone attrezzate permettono di trascorrere una giornata all'aria aperta a contatto con la natura da solo, in famiglia o con amici, durante un giorno in Irpinia.
Le Grotte del Caliendo, un’esperienza fantastica nelle viscere dell’Altopiano del Laceno
Situate a metà strada tra il Lago di Laceno e Bagnoli Irpino, raggiungerle permette di attraversare la natura incontaminata dei boschi dominati dai faggi e dalle pendenze dolci.
Le visite possono essere effettuate solo con guide specializzate che accompagneranno il visitatore alla scoperta di in un ambiente davvero suggestivo, circondato da acque, stalattiti, stalagmiti e altre formazioni calcaree. Un’esperienza fantastica da vivere nelle viscere dell’Altopiano del Laceno, finora, ne sono state esplorate circa 3513 metri e sono caratterizzate lungo tutto il percorso da un alternarsi di ampi corridoi alti fino a 50 metri ed angusti budelli, ma anche da ampie sale e stretti sifoni, da gole, salti, laghetti e meandri.


Nusco, soprannominato il “balcone dell’Irpinia” è un suggestivo borgo medievale in provincia di Avellino, famoso per la sua posizione panoramica a 900 metri d'altitudine dalla quale si ammirano il Matese, il Partenio, il Taburno, i monti Dauni e il vulcano Vulture. Membro dei "Borghi più Belli d'Italia", Nusco affascina con i suoi vicoli di pietra, la Cattedrale di Sant’Amato. Proprio al Vescovo Amato, risale il primo documento storico nel quale Nusco viene menzionata con il titolo di civitas e come sede del suo Vescovato (1093). A tale noto personaggio si deve l’evoluzione civile e religiosa dell’insediamento che diventò gradualmente un centro vero e proprio, con le sue mura, il suo castello e i suoi edifici.  Per una bella e rilassante gita fuori porta, immersi in un borgo senza tempo, Nusco è una meta ideale per rigenerare la mente e lo spirito.
Sant’Angelo dei Lombardi e la visita all’Abbazia del Goleto
Questa affascinante abbazia è in realtà un imponente complesso religioso, fondato da San Guglielmo da Vercelli, Patrono d’Irpinia, intorno alla prima metà dell'anno 1100.
Il complesso, per volere del fondatore, ospitava una comunità mista, ma rigorosamente separata, di monaci e monache e l'autorità suprema era rappresentata dalla Badessa mentre i monaci svolgevano il servizio liturgico e curavano la parte amministrativa.
Fu proprio grazie all'attenta gestione delle badesse, Febronia, Marina I e Marina II, Agnese e Scolastica, che l’Abbazia diventò, via via, sempre più ricca e potente, raggiungendo il culmine nella prima metà del 1300 quando, anche a causa delle peste, iniziò un lento declino che portò nel 1506 papa Giulio Il alla decisione di sopprimere il Monastero quando fosse morta l'ultima Badessa che avvenne nel 1515.
Dopo secoli di declino, iniziò una lenta rinascita che culminò con il restauro del complesso e la costruzione di una nuova chiesa ad opera di Domenico Antonio Vaccaro, il grande architetto napoletano, che diede nuovo lustro all'Abbazia.
All’interno del singolare complesso, spicca la Torre Febronia, dal nome della Badessa Febronia che ne dispose la costruzione, che rappresenta un vero capolavoro di arte romanica, costruita intorno al 1152 per la difesa del convento.
La Chiesa inferiore o cappella funeraria del 1200, al cui interno è presente una scultura di una matrona romana, è invece un atrio e dalle sue cinque porte si poteva accedere al chiostro, al piccolo cimitero delle monache ed al monastero.
Salendo la scala esterna, si accede al vero e proprio gioiello dell’abbazia rappresentato sicuramente dalla Cappella di San Luca sul cui portale di accesso vi è riportata una scritta che ricorda ai visitatori che la stessa fu eretta dalla Badessa Marina Il per accogliere le spoglie di San Luca.

Da ammirare, c’è infine ciò che resta della Chiesa del Vaccaro, costruita in due anni dal 1743 al 1745, il cui tetto e la cupola sono però purtroppo crollati a causa del terremoto del 1980. Dell’antica Chiesa resta il disegno della rosa al centro del pavimento.


Rocca San Felice, è un piccolo borgo che sembra essersi fermato nel tempo, distrutto dai Romani nel 293 a.C. perché qui sorgeva il tempio sacro alla Tribù degli Irpini presso cui si venerava la Dea Mefite. Il suo centro storico ha conservato l’antico tracciato dell’insediamento medioevale con mura in pietra e vicoli stretti. Nel centro del paese è possibile visitare la piazza con il tiglio secolare, la fontana monumentale oltre ad alcuni importanti palazzi con portali del ‘700 riportanti scritte romane.
Di grande suggestione è il donjon costruito in epoca longobarda posizionato su un colle dominante il borgo, importante in quanto nelle sue segrete fu imprigionato il figlio dell'Imperatore Federico II, Enrico, per ordine del padre nel 1236 d.C.

Calitri, caratterizzato da una terrazza di colori che ricordano un po’la costiera Amalfitana tanto da soprannominarla la “Positano d’Irpinia”, si trova al confine più orientale dell'Irpinia, al confine della Campania con la Puglia e la Basilicata. Terra di scambi e commerci la cui gente ha creato una storia che nei millenni si è stratificata, lungo le stradine che si inerpicano su per il centro storico. Nel centro storico ci si imbatte nelle grotte millenarie dove viene ancora affinato il Caciocavallo di grotta e sono presenti forni antichi, botteghe di ceramiche oltre ad essere rappresentati murales dipinti da artisti locali. Da non perdere la visita al castello, ai resti dell’antico borgo medievale e alla suggestiva “cupa”, il quartiere sotterraneo scavato nella roccia.



 

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