Michele Lenzi fu una delle personalità di spicco della cultura artistica e civile dell’Alta Irpinia del XIX secolo. Pittore e patriota, la sua opera racchiude l’anima rurale di un territorio e di una comunità ,quella di Bagnoli Irpino ,che egli contribuì a valorizzare con il pennello e con l’impegno sociale.
Fin da giovane, Lenzi mostrò una spiccata intelligenza e un profondo senso civico. In un’epoca segnata da miseria e da grandi migrazioni verso le Americhe, egli non si limitò all’attività artistica, ma si fece promotore di iniziative agricole e cooperative per migliorare le condizioni di vita dei suoi concittadini. Si batté per la modernizzazione dei metodi di coltivazione e per la tutela dei piccoli proprietari, incarnando l’ideale di un artista che partecipa attivamente al progresso della propria comunità.
L’arte di Lenzi è profondamente legata alla vita quotidiana dell’Irpinia ottocentesca, i suoi dipinti documentano con sensibilità i costumi e le tradizioni popolari, restituendo un patrimonio visivo di grande valore storico e culturale.
Amava rappresentare la semplicità e la dignità della vita contadina: donne che cuciono o filano, anziani e bambini immersi nei gesti della quotidianità, momenti di preghiera o di lavoro nei campi. Attraverso la delicatezza del tratto e la luminosità dei colori, Lenzi trasformava scene umili in autentici inni alla dignità umana.
Tra le sue opere più note figurano i ritratti delle donne della Campania e dei bagnolesi in abiti tradizionali, immagini che raccontano con rispetto e poesia la fierezza di un popolo legato alla propria identità.
La sua pittura è anche un omaggio alla bellezza naturale dell’Irpinia. L’altopiano del Laceno, i boschi e i paesaggi montani di Bagnoli Irpino compaiono spesso come sfondi pieni di luce e aria, quasi a fondere l’uomo con la terra che lo ha generato.
Le opere di Michele Lenzi sono oggi custodite nella Pinacoteca Comunale “Michele Lenzi” di Bagnoli Irpino e nel Museo Irpino -Complesso Monumentale del Carcere Borbonico – Sezione Pinacoteca di Avellino.
La sua figura rimane un punto di riferimento per la cultura irpina un artista che seppe trasformare la pittura in testimonianza, la passione civile in arte, e la memoria in eredità condivisa.