Continua l'azione rivoluzionaria e di presidio culturale in cui, da anni, è impegnato in prima linea lo Zia Lidia Social Club. Un lavoro costante che, attraverso la promozione della cultura cinematografica quale bene collettivo da condividere, porta con sé una splendida esperienza di riscatto sociale: "Il riscatto dello sguardo",  la nostra sopravvivenza, non solo fisica ma sociale e culturale, e la nostra appartenenza a un luogo che deve divenire soprattutto fonte di godimento dei nostri bisogni. 

Lunedì 13 febbraio 2023 alle ore 20:00 presso il Muvieplex di Mercogliano (AV), lo Zia Lidia ci regalerà un altro momento pieno di suggestione con la proiezione di una fiaba spirituale e sociale, "Le vele scarlatte", un film di genere drammatico del 2022, diretto da Pietro Marcello con Juliette Jouan e Raphaël Thiery, uscito al cinema il 12 gennaio 2023. Durata 99 minuti e distribuito da 01 Distribution. Un film piccolo, fatto di pochi effetti speciali, ma pieno di empatia nei confronti delle donne e della loro voglia di emancipazione.

Il "film-poema" di Pietro Marcello è liberamente tratto dal romanzo di Aleksandr Grin intitolato, difatti, "Vele scarlatte" del 1923. Grin, scrittore pacifista russo del XX secolo, racconta la storia immaginaria di una ragazza, orfana di madre fin dalla più tenera età, che crebbe accudita dal padre, un marinaio che rinunciò a navigare per crescere la sua bambina e che si guadagnava da vivere costruendo modellini di navi. Da questo romanzo è nata la consuetudine del "Festival delle Vele Scarlatte" che si celebra a San Pietroburgo lungo il bacino del fiume Neva.

Dalla novella originale dello scrittore russo rimane ben poco, in realtà, "Le Vele Scarlatte" vengono completamente smembrate e attualizzate da Pietro Marcello che, in un mese, assieme al regista e sceneggiatore napoletano Maurizio Braucci, ne trae una storia completamente nuova, ma in grado di mantenere gli stessi tratti del libretto di Grin. Sposta, innanzitutto, la vicenda al cuore dell’omonimo romanzo da una terra d’invenzione, le cui caratteristiche e atmosfere facevano pensare alla Crimea, alla Normandia del primo dopoguerra, mettendo l'accento su temi sociali e culturali importanti, quali il pregiudizio, il provincialismo chiuso e arretrato, l'intolleranza, la famiglia allargata, la violenza sulle donne, femminismo e romanticismo moderno.

In questo modo diventa un film sul ventunesimo secolo, e l’ambientazione, nonostante sembri fuori contesto, risulta invece azzeccata nella sua scelta: Pietro Marcello d’altronde ama svincolare le opere dai suoi creatori originali, lo ha già dimostrato con Martin Eden. A sorprendere, invece, è la maturità che ha assunto con "Le Vele Scarlatte", che viene fuori nella parabola di autoaffermazione di Juliette.

Il film si apre, non a caso, con un'epigrafe: "I cosiddetti miracoli si possono compiere con le proprie mani", è proprio ciò che farà il falegname di nome Raphaël della storia, le cui grandi mani sono capaci di tutto, anche provocare nel paese un'insensata invidia. Ritorna dalla guerra, malconcio nel corpo e nell’anima, in un paese che non è suo, ma che, durante la guerra, ha ospitato sua moglie. Ad attenderlo sua figlia non ancora conosciuta, di nome Juliette, neanche un anno compiuto, e Adeline, la donna che si è occupata di lei fino a quel momento. La mamma della piccola, la moglie di Raphaël, è morta durante l’assenza dell’uomo: nel corso del film, si scopre che la giovane donna ha perso la vita a seguito di una violenza sessuale, attuata da parte di uno degli uomini più noti del paese, il gestore di un bar molto frequentato. È proprio l’omissione di soccorso ai danni di quest’ultimo che, in seguito, attira su Raphaël l’ostilità della comunità del paese in cui è tornato a vivere senza tentare alcun reinserimento sociale. Raphaël è e resta un corpo estraneo rispetto al luogo in cui vive, al quale non si sente di appartenere.

Nel film di Marcello, inoltre, non ci sarà nessun "principe azzurro" a salvare Juliette, un personaggio che invece, nella novella originale, è il fondamentale salvatore della ragazza. Difatti, in un incontro con il regista aperto al pubblico, dove il film è stato presentato, gli verrà da dire: "Chi crede ancora nella fiaba del Principe Azzurro? Ormai nessuno crede al suo arrivo, neanche mia figlia che è una bambina". Le Vele Scarlatte non vuole essere un film moralista, o peggio, paternalista. Al contrario, è una "radicale trasposizione di una storia molto femminista", da qui la scelta di eliminarlo completamente dal film.

In realtà, la figura del principe azzurro, qui incarnato dall’aviatore parigino interpretato da Louis Garrel, rispetto al libro, viene completamente distrutta, in quanto Juliette non vuole essere salvata, mette sempre la famiglia al primo posto, anche se il padre non viene mai dipinto come un padre-padrone. Durante tutto l’arco narrativo, un arco temporale di vent’anni, infatti, Juliette cresce, si emancipa ma non scappa mai, anzi l’amore per il nido familiare la mantiene fermamente attaccata alle sue origini. 

Trama

Da qualche parte nel nord della Francia, Juliette, giovane orfana di madre, vive con il padre, Raphaël, un soldato sopravvissuto alla guerra. Appassionata di musica e di canto, Juliette ha uno spirito solitario. Vive nella stessa casa, una magione in piena campagna, vicina a un corso d’acqua, con la chiacchierata Adeline, che, per la sua indipendenza e per la sua indifferenza ai codici sociali, attira maldicenze in paese. Raphaël, nonostante l’apparenza di uomo burbero e poco dimestico coi sentimenti, trasmette alla figlia il valore della fiducia nelle sue possibilità e nell’ascolto di sé come primo motore dell’azione, che mai deve farsi conformazione e omologazione, e della scelta. Adeline insiste perché la bambina sviluppi una voce: le insegna, infatti, a cantare, metafora della necessità di esprimersi, di farsi sentire, di non mettere a tacere sentimenti, inquietudini, desideri.

Un giorno la bambina, che, per il suo ambiente familiare "irregolare", è spesso bersagliata dai compagni di scuola, lungo la riva di un fiume, incontra una maga, la quale le assicura che, presto, vedrà arrivare una nave dalle vele scarlatte, sulla quale potrà salpare per poi partire per un’avventura, alla volta di terre sconosciute. Le vele scarlatte traducono in termini allegorici l’aspirazione, il sogno, il desiderio di altrove, la via di fuga verso una felicità negata dalla quotidianità, ma non per questo impossibile. Da quell’incontro con la strega, Juliette comincia ad alimentare e a custodire la fede nella predizione ricevuta, nella promessa di una felicità futura priva di compromessi. "Se anche le vele scarlatte non raggiungeranno mai i nostri lidi, occorre ricavare sempre per loro uno spazio dentro di noi". Juliette non smetterà mai di credere nella profezia e non cederà mai alle lusinghe di un uomo, se con quest’uomo non potrà stabilire una relazione fondata sulla parità nella differenza.

Tale felicità sembra piombarle letteralmente addosso dal cielo a bordo del suo aereo malmesso, da cui scende Jean, incarnazione del proprio desiderio d’amore e, senza indugi, gli va incontro. Ma il finale si presenta ambiguo: Juliette, seduta sulla riva del fiume, legge da sola un testo poetico, musicabile, dal titolo Hirondelle (La rondinella), scritto da Louise Michel, autrice e insegnante francese che prese parte all’esperienza della Comune di Parigi e che si spese tutta la vita per la lotta femminista. Di Jean, accanto a Juliette, non v’è traccia e, nello spettatore, s’insinua il dubbio che il suo atterraggio di fortuna e la successiva miracolosa guarigione siano eventi solo sognati, non realmente accaduti. 

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Avellino
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Piazza Municipio, 1, 83013 Mercogliano AV, Italia
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Lunedì 13 febbraio 2023 alle ore 20:00 al Muvieplex di Mercogliano (AV), lo Zia Lidia presenta al suo pubblico il terzo lungometraggio del regista casertano Pietro Marcello: Le Vele Scarlatte

LUN
dalle 20:00

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Prezzo:

Biglietti al botteghino Muvieplex Mercogliano

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Mercogliano

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