Al Circolo del Nuoto di Avellino, dal 23 al 25 novembre 2022"Terre mosse e rimosse" un’occasione di confronto, attraverso storie, foto e emozioni, sulla questione irrisolta del sisma del 1980. Una tre giorni per ricordare il terremoto del 23 novembre 1980.

Mercoledì 23 novembre alle 19:00, il primo appuntamento con la presentazione del libro fotografico di Luca Daniele, "Quaranta e non vederli" (2021, De Angelis Art) e con l’inaugurazione dell’omonima mostra fotografica curata da Antonello Plati. Moderati da Gianni Colucci (giornalista de Il Mattino), interverranno Mario Fabbroni (giornalista de Il Messaggero), Marina Brancato (antropologa), Luca Sessa (economista), Francesco Della Calce (critico cinematografico), Michela Mancusi (membro della Commissione Cinema Ministeriale), Antonello Plati (giornalista, collaboratore de Il Mattino) e Luca Daniele (fotografo documentarista). Introdurranno i lavori Giovanni Porcelli, presidente del Circolo del Nuoto di Avellino, e Marcello Sfera, consigliere del Circolo del Nuoto di Avellino. La mostra fotografica sarà in esposizione per 3 giorni.

Venerdì 25 novembre dalle 19:30 è in programma la proiezione del docufilm "La legge del terremoto" dell’attore e regista avellinese Alessandro Preziosi. Il docufilm di Preziosi è un viaggio visivo, storico, ma soprattutto emotivo dentro uno dei cuori della storia fisica e psichica del nostro paese, i terremoti, appunto. "Se l'Italia è un corpo, il terremoto è un colpo al cuore". Preziosi, interprete amato delle nostre scene che cura regia e dà voce e presenza d'attore al film, è stato un giovanissimo testimone del sisma in Irpinia, nel 1980. Il suo viaggio ci porta nel Belìce, colpito nel 1968, poi in Friuli, ad Assisi, l'Aquila, Amatrice. Sismi, ma anche esperienze, umanità, ricostruzioni. "Insieme a straordinari documenti d'archivio (tra gli altri dell'Archivio Luce, delle Teche Rai, dei Vigili del Fuoco), testimonianze d'eccezione e toccanti (come quelle di Erri De Luca, Francesco Merlo, Giulio Sapelli, Vittorio Sgarbi, Mario Cucinella, Pierluigi Bersani, Angelo Borrelli, Grazia Francescato), passaggi e riprese in luoghi di forte valenza simbolica come il cretto di Gibellina eternato dal genio di Alberto Burri, e uno sguardo sofisticato e insieme commosso, il film disegna una mappa sorprendente di qualcosa che ci tocca da sempre, nel profondo".

"C’è una condizione di sospensione irremovibile che il terremoto trascina insieme alle sue macerie"- spiega Michela Mancusi. - "Il terremoto dentro, residuale, silenzioso e dolente, rimosso e taciuto. Non è la scossa, non è la paura, non sono quei novanti secondi di sgomento e distruzione.  Ma è la traccia profonda che il sisma ha impresso nel tessuto identitario di ognuno di noi finendo per plasmare il nostro stare al mondo, determinando talvolta l’attaccamento morboso alle radici. Un sentimento sedimentato nella memoria della terra genitrice che ha a che fare con la ferita mai sanata, con un’improvvisa eclissi di tristezza, con quel senso di fragilità e perdizione che attraversa il nostro vissuto e fa di noi dei cittadini mai riconciliati, mai pacificati con il passato e il presente, fa di noi dei terremotati invisibili". 

"Terre mosse e rimosse" non vuole celebrare una ricorrenza ma raccontare il terremoto "che non si vuol vedere", a partire dalla mostra "Quaranta anni e non vederli" le cui fotografie rappresentano la necessità di guardare negli occhi una realtà non lontana eppure drammaticamente ferma e non dissimile dalla rappresentazione mediatica di quaranta anni fa. Negli scatti di Luca Daniele non c’è solo la denuncia ma anche "il ritratto di un’umanità luminosa raccontata nel quotidiano". "La fotografia degli autori nel suo ruolo documentaristico e nel valore sociale è sempre pervasa da un irrinunciabile rispetto per la verità coltivato mettendosi entrambi al servizio delle storie raccontate, chi con la scrittura, chi con lo sguardo".

"E proprio oggi, mentre fronteggiamo altre drammatiche emergenze, evocare che cosa ha significato e cosa significhi il terremoto dell’Irpinia, testimoniare il disagio e la rabbia, ma anche la forza e l’ostinazione, con l’immediatezza delle immagini del presente può fornirci importanti indicazioni per guardare al futuro con maggiore consapevolezza e aiutarci a mettere radici senza rimuovere le ali".

Le catastrofi naturali, con la loro portata devastatrice, coinvolgono tutti gli aspetti della vita di intere comunità: ambiente, economia, politica, relazioni sociali, immaginario. Dopo il loro impatto, nulla sarà più come prima. Tuttavia, nella memoria pubblica questi eventi spesso non riescono ad essere accolti per la loro reale portata: a volte si ricorda la tragedia del momento o al massimo i progressi raggiunti con la ricostruzione materiale.

Si genera insomma, come ha scritto Gabriella Gribaudi (professore ordinario di Storia Contemporanea all’università di Napoli Federico II, Dipartimento di Scienze Sociali), "un gap fra una forma di memoria trasmessa istituzionalmente e una più privata", quest’ultima infatti va a costituire un sottofondo silenzioso, un fiume carsico che in alcuni momenti può riapparire e incontrare la superficie. "Il terremoto, oltre a distruggere lo spazio fisico, ristruttura l’organizzazione del tempo individuale e collettivo divenendo il fulcro intorno al quale si costruisce una nuova identità collettiva". Il tempo del disastro oltrepassa il momento della distruzione, diviene rottura con il passato ma anche unico elemento che può spiegare e dare senso al passato e al presente. "Un evento così pervasivo può essere compreso a pieno solo accedendo alla dimensione soggettiva, alle storie intime, alla visione del mondo sconvolta dalla natura che si anima".

 

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Dal 23 al 25 novembre 2022 al Circolo del Nuoto di Avellino, "Terre mosse e rimosse".
Mercoledì 23 novembre alle 19:00, presentazione del libro fotografico di Luca Daniele, "Quaranta e non vederli" (2021, De Angelis Art) e inaugurazione dell’omonima mostra fotografica curata da Antonello Plati, visibile fino al 25.
Venerdì 25 novembre dalle 19:30 la proiezione del docufilm "La legge del terremoto" dell’attore e regista avellinese Alessandro Preziosi.

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