Questo viaggio didattico tra Savignano Irpino e Ariano Irpino è sviluppato con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio culturale, naturale e storico del territorio.
La giornata inizia a Savignano Irpino, Borgo arroccato su di un rilievo a forma di sella, posto alla destra del fiume Cervaro su due alti colli, il Tombola e il Calvario, dalla storia millenaria conservata nel suo caratteristico centro abitato, accogliente rifugio di antiche tradizioni.Il borgo antico di Savignano è caratterizzato da stradine strette e case in pietra, che raccontano la storia del paese attraverso la loro architettura.
La bellezza naturale di Savignano Irpino è un'attrazione in sé data dal “Belvedere Tombola”, situato sul pendio del colle che ospita il paese campano e percorre un lungo tratto al di sotto del Castello dei Guevara. La scenica distesa irpina che si gode dal Belvedere si apre sulla valle del Cervaro, porzione di Campania dove campi si alternano a splendide macchie boschive. Savignano Irpino, così, unisce la veduta naturalistica alle architetture senza tempo, facendo della visita una vera esperienza nelle meraviglie della Regione.
Il fortilizio, un tempo chiamato “Castrum Sabinianum” – da cui il nome del paese – fu edificato, quasi sicuramente come fortezza di difesa, tra i secoli VII e VIII. Nel 1527, invece, questo Castello è diventato la residenza (oltre che deposito) dei nobili Guevara, motivo per il quale in seguito ne è stato mutato il nome. La sua struttura, dunque, subì delle trasformazioni, adatte alla diversa destinazione d'uso. Danneggiato dal terremoto del 1732, il Castello non fu ulteriormente modificato, fino al 1880. Successivamente ne furono demolite alcune parti, perché ritenute pericolanti, mentre altre furono cambiate, con il risultato, tuttavia, di metterne in pericolo la stabilità strutturale, compromessa ancor di più dal terremoto del 23 novembre 1980. Acquistato dall’amministrazione comunale, dalla famiglia Daniela Casale, a partire dal 1990 il Castello è stato oggetto di lavori di restauro, che ne hanno riportato alla luce alcuni preziosi dettagli.
Oggi, di quell'imponente edificio si possono ammirare parti dell'originario e antico impianto, ma anche le alte e spesse mura restaurate, con le particolari finestre in pietra. Tra i dettagli più in evidenza che riescono a colpire lo spettatore, si segnalano portali, forni e cocci di piatti, oltre alla presenza di stalla, salone e pozzo.
In passato fortezza a dominio della Valle del Cervaro, il Castello dei Guevara si erge, tuttora, a simbolo storico della comunità savignanese.
La visita prosegue alla scoperta della Fontana Angelica, nel cuore del centro storico di Savignano Irpino, detta “Angelica” (o Candida) perché la fresca e deliziosa acqua portata dalle bocche delle tre papere in ghisa, giunge a Savignano dal Monte S. Angelo.
L’importanza odierna della fontana è pressoché ornamentale, ma in passato, quando non c’era l’acquedotto, essa non solo soddisfaceva il bisogno di procurarsi l’acqua domestica, ma era anche fonte di guadagno per taluni. Infatti, le donne, ogni giorno di buon’ora, si recavano alla fontana, ponendo un fazzoletto, detto “Sparra”, tra il capo ed il contenitore utilizzato per il trasporto dell’acqua.
Dopo una lunga fila, facevano ritorno a casa col prezioso contenuto e chi non era in grado di trasportare l’acqua per il suo peso, si rivolgeva agli acquaioli, pagandone il servizio.
La fontana fu progettata e costruita da Federico Castelluccio, originario di Monteleone di Puglia. La sua struttura elegante si caratterizza per le tre bocche d’erogazione in ghisa a forma di cigno, che l’ironia popolare ha ribattezzato affettuosamente “papere”, dando così origine all’appellativo con cui è tuttora conosciuta: la Fontana delle Papere.
Oggi, la Fontana Angelica è uno dei luoghi più amati dai savignanesi e dai visitatori. Con il suo stile sobrio ma riconoscibile, incastonata tra vicoli e scorci del borgo, continua a zampillare come allora, testimone discreta della memoria collettiva e dell’evoluzione di un paese che ha saputo custodire le proprie radici.
Dopo una pausa con pranzo a sacco o in un agriturismo locale il viaggio prosegue alla volta di Ariano Irpino, la Città della ceramica, i cui frammenti di maioliche, ritrovati negli scavi del castello normanno, raccontano di una tradizione locale artigianale millenaria, e crocevia di itinerari storici e naturalistici, di sapori e di tipicità di gran pregio.
Ariano Irpino ha origini antiche, risalenti all'epoca preromana. L’etimologia del nome Ariano probabilmente deriva da Ab Ara Iani, ovvero da un sacello edificato in onore di Giano. Le origini di Ariano risalgono all’insediamento neolitico della Starza, sito lungo la S.S. 90 bis che conduce da Benevento a Foggia. Ivi sono stati eseguiti scavi archeologici dalla scuola Britannica di Roma nel 1957 – 1962. Sono in corso altri scavi da parte della Soprintendenza Archeologica.
La vita in questo sito si estingue intorno al 900 a.C. Successivamente un ramo dei Sanniti fondò Aequum Tuticum (campo o pianura grande) nella zona di S. Eleuterio. Il sito, con il passare del tempo fu romanizzato, divenne nodo stradale importantissimo, tra l’incrocio della Via Traiana est-ovest e la Via Herculea avente direzione nord-sud. Quest’ultima andava all’incirca lungo il tracciato del tratturo “Candela-Pescasseroli”.
La decadenza di Aequum Tuticum iniziò con le invasioni barbariche, fino a scomparire per via dei forti terremoti. Progressivamente gli abitanti vanno ad insediarsi su “un’area vuota” posta su un’altura a sud, a qualche chilometro di distanza. Essa è anche un’area sacra, perchè sul primo, ora Piano della Croce, si insedia il tempio di Giano e sul secondo, l’attuale Cattedrale, si erge il tempio di Apollo. Inizia quindi l’insediamento sul “Tricolle”, luogo ove ora sorge Ariano, più difendibile per via della sua altura, appartato rispetto alle grandi vie di comunicazione, al riparo, perciò, intorno al VI sec.d.C., dal continuo andirivieni di Goti e Bizantini. Nasce così Ariano, che progressivamente si estende sul Tricolle ed intorno alla fortificazione dei Longobardi, diventa la principale roccaforte longobarda contro i domini Greci e nel X sec.il guastaldato Ariano diventa contea. Succedono i nuovi conquistatori Normanni che ricostruiscono il Castello,ancora oggi visibile.
Qui nel 1140, Ruggero II il Normanno, Re delle Due Sicilie, emana la nuova costituzione nelle famose Assise di Ariano e batte la nuova moneta il Ducato, che dura fino al 1860. Ai Normanni succedono gli Svevi. Ariano subisce saccheggi e devastazioni a causa degli uomini e dei violenti terremoti.
Tramontato il regno degli Angioini, la Città passa nelle mani della famiglia Provenzale dei Desabramo dal 1294 al 1413. Si succedono poi i Carafa ed i Gonzaga. Il 2 agosto 1585 la Città si riscatta dal regime feudale, diventa Città Regia e dipende da questo momento dal Vicerè del Regno delle Due Sicilie.
I punti di interesse principali e i monumenti da visitare ad Ariano sono il Castello Normanno, il Museo delle Civiltà Normanna, la Cattedrale ed il Museo della Ceramica.
Il Castello Normanno di Ariano Irpino ha conservato fino ai giorni nostri il suo fascino medievale, consentendo al visitatore di ammirare le ampie e incantevoli panoramiche sul paesaggio circostante. Sorge sulla sommità dell'omonimo colle (colle Castello) e si trova all'interno della Villa Comunale.
Di origine longobarda, successivamente restaurato e ingrandito dai Normanni, il Castello Normanno domina la Valle dell'Ufita e le valli del Miscano e del Cervaro. Oltre a distinguersi per la posizione strategica in cui sorge e per la sua forma trapezoidale, il maniero è munito di quattro torri troncoconiche, comunicanti tra di loro tramite corridoi che si aprono lungo le mura perimetrali. Alla sommità spicca l'antico rudere del mastio, da cui, come asseriscono antichi autori, è possibile scorgere il Golfo di Manfredonia. Non solo l'asprezza del luogo e la robustezza delle solide mura lo resero impenetrabile, quanto l'intrigata rete di vie sotterranee, che scorreva al di là delle mura (Madonna di Loreto, Guardia e Pasteni).
Da secoli, il Castello Normanno di Ariano Irpino è un esempio significativo non solo della presenza delle popolazioni nordiche in Irpinia, ma anche dell'impatto architettonico e culturale di tali popolazioni nella provincia di Avellino, e, posizionato nel punto più alto e panoramico della città, regala un vasto orizzonte alla vista, spaziando dai territori beneventani e di Montefusco fino alla piana di Camporeale e alle gole pugliesi.
Il Museo della Civiltà Normanna è una ricca testimonianza di una delle contee più antiche d’Italia, noto per la sua collezione di monete e armi e per il grande plastico della battaglia di Hastings del 1066, ancora oggi riconosciuto come uno degli eventi più importanti dell'epoca medievale.
La nuova sede museale, ubicata nel seicentesco Palazzo Bevere-Gambacorta, di proprietà comunale, recentemente restaurato, consta di una Galleria lunga 27 metri, che si apre con una volta a crociera e prosegue con quattro grandi arcate. Sui lati si affacciano sette sale.
La prima sala del Museo della Civiltà Normanna è dedicata alla “quadrisfera”, una suggestiva installazione multimediale che offre una fantasmagorica rappresentazione della storia del regno normanno-svevo, intrecciando la grande storia con le vicende della contea di Ariano, primo insediamento normanno nel Sud Italia. Seguono tre sale dedicate, rispettivamente, a una a proiezioni di documentari e filmati, una a Ruggero II e una a Federico II.
In esposizione: una significativa collezione di monete auree, argentee e bronzee del regno normanno-svevo (in particolare risalto il Ducato argenteo, il cui conio fu decretato da Ruggero II in Ariano e l’Augustale aureo di Federico II, considerato la più bella moneta del Medioevo); sigilli plumbei di Ruggero II; reperti lapidei, argentei e pergamenacei; cinquecentine e altre rare edizioni antiche. Nel Museo è consultabile, su di un monitor touch screen, un archivio digitalizzato di fonti documentarie del regno normanno-svevo.
Le tre sale sul versante destro della Galleria ospitano il Museo e Centro Studi delle armi in asta “Mario Troso”, dedicato all’ing. Mario Troso, instancabile studioso e collezionista di armi antiche che, con generose donazioni, ha arricchito il nucleo originario di nuove armi e di una cospicua biblioteca specialistica. Nelle sale sono allineate oltre duecentocinquanta armi in asta originali realizzate tra V e XVIII secolo.
Sono inoltre esposte una spada (makhaira) e una punta di lancia di guerriero greco del V secolo a.C.; un raro pilum romano; quattro scramasax di longobarde; un raro sperone del XII secolo; una scure da decapitazione del XII secolo; un’armatura del XVI secolo.
In una sala è esposto un grande plastico della battaglia di Hastings del 1066. Il nuovo allestimento museale è stato realizzato grazie al generoso sostegno della Fondazione Cultura e Arte, fondata e presieduta dal Prof. Emmanuele F. M. Emanuele, presidente onorario del Centro europeo di Studi Normanni.
Il cammino prosegue verso la Cattedrale di Ariano Irpino che è riuscita a sopravvivere agli eventi nefasti e alle sciagure cataclismatiche che si sono susseguite nel corso dei secoli, mantenendo intatto il suo ruolo di simbolo della città del Tricolle. Sorge nell'omonima piazza ed è dedicata a Santa Maria Assunta in Cielo, a Sant'Ottone Frangipane, patrono e protettore della diocesi, e a Sant'Elzearo da Sabrano, compatrono.
Sorta sugli antichi ruderi del tempio di Apollo, intorno alla metà del X secolo, la Cattedrale svolse un ruolo preminente per l'intera comunità arianese che, intorno a tale luogo di culto, si raccolse in un unico corpus, fondendo le consuetudini e i sacri riti alle istituzioni civili. La cattedrale diventò, con il passare del tempo, sempre più simbolo della città, con il suo vescovo che assurgeva alla funzione di pater patriae, capo spirituale e forza aggregante del popolo. Situato nel cuore del centro storico, il Museo Civico e della Ceramica di Ariano Irpino custodisce una grande e preziosa ricchezza, tramandata nel corso delle varie epoche dagli artigiani arianesi, in grado di realizzare utensili e manufatti di vario genere con fantasia e spirito creativo.
Il museo, all'interno di Palazzo Forte, ospita oltre 250 oggetti di vario tipo che testimoniano le vicende di un’antica arte, molto diffusa nel Tricolle.
La raccolta di maioliche custodite ripercorre un arco temporale che va dal XIV secolo ai giorni nostri. Accanto a tale repertorio si trovano oggetti in ceramica databili tra il IX e il XIII secolo, provenienti da sporadici ritrovamenti e da scavi condotti nelle zone limitrofe. Frutto di maestri lontani dalle mode e dalle correnti pittoriche, le ceramiche arianesi raccontano, con poche semplici pennellate, gli usi, i costumi, le abitudini e i valori di un popolo e del suo territorio. Per secoli, i “mastri” ceramisti arianesi hanno forgiato brocche, piatti, fiasche e boccali dai colori solari e inconfondibili nel loro genere.
Degna di essere menzionata è la collezione di oggetti risalenti al Settecento, secolo d'oro della ceramica arianese. Appartenenti a tale periodo storico, sono attestate ben 11 fornaci e circa 29 artigiani con diverse mansioni: faenzari, cretai, rovagnari e stovigliai. I settecenteschi maiolicari arianesi produssero originali modelli decorativi, tra cui lucerne antropomorfe e zoomorfe, brocche e fiasche a segreto, estrose saliere, scaldamani a foggia di scarpetta, grandi piatti e piatti devozionali, diversi dei quali giunti fino ai nostri giorni.
Autentico polo didattico e scientifico, il Museo Civico e della Ceramica di Ariano Irpino è il luogo in cui acqua, fuoco, terra e aria si uniscono ai colori e alla maestria dei ceramisti arianesi.
Durata Itinerario: intera giornata
Mattina – Passeggiata a Savignano Irpino, un borgo medievale incastonato tra le colline, premiato come uno dei “Borghi più belli d’Italia”
Ore 9.00 - Arrivo a Savignano
• passeggiata nel borgo,
• visita Belvedere Tombola e Castello Guevara
• scoperta della Fontana Angelica
Trasferimento ad Ariano
Pausa pranzo
Pomeriggio – Visita ad Ariano Irpino crocevia di itinerari storici e naturalistici, di sapori e di tipicità di gran pregio
• Tour del Castello Normanno e Museo della Civiltà Normanna.
• Visita alla Cattedrale e musei adiacenti Museo Diocesano, Museo degli Argenti della Cattedrale
• Visita al Museo della Ceramica
Laboratorio didattico:
• pratico di decorazione ceramica
Obiettivi didattici:
• gli studenti entrano in contatto diretto con la storia locale e imparano a valorizzare il patrimonio del proprio territorio.
• Accrescere la conoscenza di particolari momenti o fenomeni storici dai segni lasciati dall'uomo sul territorio, nelle cose e nell'arte.
• stimolare il senso di appartenenza, l’empatia verso realtà meno conosciute e combattere lo spopolamento dei borghi.
Attrezzature da portare:
Scarpe comode-quaderno e matita
Museo Civico e della Ceramica di Ariano
Situado en el corazón del centro histórico, el Museo Cívico y de la Cerámica de Ariano Irpino alberga una gran y valiosa riqueza transmitida a través de los tiempos por los artesanos de Ariano Irpino, que supieron fabricar con imaginación y espíritu creativo herramientas y artefactos de diversa índole.
Castello dei Guevara
Construido entre los siglos VII y VIII, dominaba el valle del Cervaro.
Castello Normanno di Ariano Irpino
Ejemplo significativo de la presencia de poblaciones nórdicas en la Irpinia conocido por su impenetrabilidad, el Castillo normando de Ariano Irpino ha conservado hasta nuestros días su encanto medieval, permitiendo a los visitantes admirar las amplias y encantadoras vistas del paisaje circundante.
Museo della Civiltà Normanna
Rico testimonio de uno de los condados más antiguos de Italia, el Museo de la Civilización Normanda de Ariano Irpino es conocido por su colección de monedas y armas y por la gran maqueta de la batalla de Hastings de 1066, aún hoy reconocida como uno de los acontecimientos más importantes de la época medieval.
Cattedrale di Ariano Irpino
Uno de los lugares de culto religioso y artístico más ricos de toda la provincia, la Catedral de Ariano Irpino ha logrado sobrevivir a los nefastos acontecimientos y cataclismos acaecidos a lo largo de los siglos, manteniendo intacto su papel de símbolo de la ciudad del Tricolle.
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