Tra le tradizioni più antiche il rito di accendere dei fuochi ha sempre avuto grande importanza sia nei riti pagani, sia in quelli cristiani, ma con significato diverso.
Nel solstizio d’inverno le antiche civiltà accendevano dei fuochi che, con il loro calore, avrebbero dovuto ridare forza a un sole “indebolito”; nella cultura cristiana assume il simbolo della luce, che rompe le tenebre ed esorcizza la paura.
La tradizione della “Vampaleria”, l’accensione di un falò in onore di Sant’Andrea, ha rappresentato per secoli un atto di fede e un'invocazione contro l'oscurità. Per i cristiani la luce è incarnata dalla figura divina di Sant'Andrea Apostolo, un Santo che è molto venerato dalla comunità gesualdina, tanto che è compatrono, insieme a San Nicola della Città.
Il culto del Santo sembra sia iniziato a Gesualdo quando fu donata alla comunità una sacra reliquia: il Braccio di Sant’Andrea, proveniente dall’Abbazia del Goleto. La preziosa reliquia è incastonata in una piccola scultura rivestita di argento ed è custodita e venerata nella Chiesa Madre di San Nicola.
Questa festività è caratterizzata dall'accensione dei falò, detti "vambalèrie", per le strade cittadine e nelle zone rurali. Tale tradizione è postuma al culto del Santo, che era iniziato già agli inizi del ‘600, quando fu donata la reliquia. La tradizione della “Vampaleria”, invece, sembra sia sorta nell'Ottocento, a seguito dell'abbattimento del tiglio collocato nella piazza principale della cittadina (oggi Piazza Umberto I), il cui legno fu in parte bruciato e in parte utilizzato per la realizzazione della statua del Santo, ancora oggi conservata nella Cappella della Chiesa Madre di San Nicola insieme alla reliquia dell'Apostolo.
Tale tradizione si è mantenuta in forma comunitaria fino agli anni 60/70: anche se ogni rione aveva la sua “vampaleria”, lo spirito comunitario era contraddistinto nel portare avanti la tradizione, mantenendo le stesse caratteristiche nel tempo.
Si faceva a gara a chi riusciva a fare la “vampaleria” più grande. Racconta Giuseppe D’Errico: “I Fuochi di Sant’Andrea li sognavamo alti e rosseggianti, sin dall'inizio dell'autunno ed ogni anno li immaginavamo più grandi, più forti, più belli. Raccoglievamo per l'intero mese di novembre sterpi e vecchie cassette di legno, sedie sgangherate e ciocchi abbandonati lungo le siepi, fascine offerteci per farci chetare e smettere di richiederle e per allontanarci al tempo stesso dalla tentazione di sottrarle di nascosto; cassapanche tarlate ed ormai inservibili, tutto ciò che potesse ardere senza difficoltà e il più a lungo possibile.” Intorno al fuoco si riuniva il vicinato, ciascuno portava qualcosa da mangiare: il piatto tipico era “spaghetti aglio e olio”, patate e castagne arrostite, cibo semplice che era allietato da canti balli e risate.
Alle ore 18:30 l'accensione della Vampaleria in Piazza Neviera e benedizione del fuoco
Alle ore 20:00 apertura stand gastronomico
Alle ore 18:30 l'accensione della Vampaleria in Piazza Neviera e benedizione del fuoco
Alle ore 20:00 apertura stand gastronomico
MER
dalle 18:30
Gesualdo
Via Municipio, 83040 Gesualdo AV, Italia
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