"Un anno, una notte": la vita dopo l'attentato terroristico al Bataclan

Ramón e la sua ragazza Céline decidono di andare ad un concerto rock la sera del 13 novembre del 2015 a Parigi, in un famoso "tempio" del rock, il Bataclan. In quella terribile sera ci furono circa 130 vittime, anche in altri posti presi di mira dai terroristi. Loro fortunatamente sopravvivono alla strage che quella sera ferì mortalmente la capitale francese. Nel 2018 Ramón González scrive un resoconto autobiografico, il libro "Paz, amor y death metal", perché anche lui è un sopravvissuto all’attentato al Bataclan. Il regista Inaki Lacuesta adatta il libro di González, alla cui sceneggiatura contribuiscono Fran Araújo e Isa Campo, e lo stesso regista, e racconta in modo potente ed emozionante i traumi di una coppia sopravvissuta agli attentati.

Per il Lunedì al Cinema lo Zia Lidia Social Club, il 3 aprile alle ore 20:00 al Movieplex di Mercogliano, ci propone la visione di "Un anno, una notte" di Isaki Lacuesta con un'attenta presentazione a cura di Bianca Maria Paladino, esperta di cinema ed editoria e della dott.ssa Marilena Apuzzo, psichiatra e psicoterapeuta.

Regia di Isaki Lacuesta. Un film con Alba Guilera, Miko Jarry, Noémie Merlant, Quim Gutiérrez, Nahuel Pérez Biscayart, Natalia de Molina. Titolo originale: Un año, una noche. Genere Drammatico - Spagna 2022, durata 120 minuti. Uscito al cinema nel novembre del 2022, distribuito da Academy Two.

C’è un prima e un dopo nella relazione tra Céline e Ramón. E c'è una notte cha cambia tutto, quella appunto dell’attentato al Bataclan nel 2015. Quella sera entrambi erano lì assieme ai loro amici Carlos e Lucie. Céline cerca di reagire subito e di lasciarsi quel tragico evento alle spalle continuando a lavorare come assistente sociale. Ramón invece non ce la fa. Fa fatica ad uscire di casa, non riesce più ad andare al lavoro e cerca aiuto nella terapia. La loro storia è a un bivio. Un dramma del dopo, del post-trauma che non si sofferma nel raccontare la follia di quella sera, ma che si concentra sulle dinamiche private ed emotive dei sopravvissuti.

"La regia di Isaki Lacuesta è viscerale, non trattenuta. Sa essere attaccato alla pelle dei suoi personaggi. Un po’ Audiard, un po’ Almodóvar. Ma anche senza nessuno dei due. Quando si allontana dalla narrazione e lascia deambulare da soli i due protagonisti, sono vertigini". (Simone Emiliani, Sentieri Selvaggi)