Scoprire le "radici" culturali e al tempo stesso i "sentieri" che uniscono i paesaggi e la storia dei due paesi.
La giornata prende avvio a Conza della Campania, presso l’Oasi WWF del Lago di Conza, la più grande area umida della Campania con i suoi 800 ettari. Nata dallo sbarramento artificiale del fiume Ofanto, è oggi riconosciuta come Zona di Protezione Speciale e Sito d’Importanza Comunitaria. In questo ecosistema convivono boschi igrofili, pascoli e ambienti steppici che ospitano una biodiversità straordinaria: dai tassi alle volpi, fino alla rarissima lontra, simbolo di un ambiente incontaminato. L’oasi è anche crocevia per le migrazioni: gru, cicogne, rapaci e anatre vi trovano ristoro lungo la rotta Tirreno–Adriatico, e vi si concentra la colonia di aironi più importante del Sud Italia. La flora spontanea, con specie come tarassaco, malva e rosa canina, racconta un legame antico tra natura e comunità, testimoniando come piante considerate “umili” abbiano sostenuto la vita quotidiana di generazioni. Sentieri attrezzati, capanni di osservazione e un’aula all’aperto fanno dell’oasi un luogo privilegiato per la scoperta scientifica e l’educazione ambientale.
La visita prosegue verso il Parco Archeologico di Compsa, situato su una collina che domina il fiume Ofanto. Fino al terremoto del 23 novembre 1980 vi sorgeva la cittadina di Conza della Campania; il sisma rase al suolo il borgo moderno e riportò alla luce l’antica città. La storia di Compsa attraversa millenni: appartenuta agli Irpini, una delle quattro tribù sannitiche, fu coinvolta nella seconda guerra punica e conquistata da Roma nel 214 a.C., diventando municipium. Nei secoli successivi divenne sede vescovile, subì saccheggi longobardi, entrò a far parte del principato di Salerno e fu amministrata dalla famiglia Gesualdo dal Quattrocento. La sua storia è segnata da frequenti terremoti, fino al sisma del 1980 che ha restituito alla memoria collettiva i resti antichi. Gli scavi archeologici, avviati dal 1981, hanno portato alla luce il foro, l’anfiteatro, le terme, la cattedrale, la colonna-stemma, oltre a epigrafi, sarcofagi e mosaici, alcuni risalenti persino all’Età del Ferro. Il Parco conserva anche tracce della memoria recente: alcune case rimaste sventrate dal terremoto mostrano ancora maioliche e arredi, testimonianza della vita spezzata. Inaugurato nel 2003, il Parco Storico e Archeologico di Compsa è oggi un luogo di stratificazione unica, che intreccia oltre duemila anni di storia, dall’antichità al presente, in un dialogo costante tra archeologia, ambiente e memoria civile.
Dopo una pausa con pranzo a sacco o in Agriturismo locale, l’itinerario continua verso Calitri, panorama da cartolina. Quel profilo di case colorate che si scorge in lontananza, inconfondibile nel paesaggio dell’Alta Irpinia, adagiato su una splendida dorsale tufacea ai piedi dell'Ofanto. Un luogo autentico, ricco di storia e tutto da scoprire.
Il comune di Calitri sorge nell'area dell'Alta Irpinia. È un paese di 4.457 abitanti, situato a 601 metri sul livello del mare e a 76 km da Avellino. Il territorio molto vasto, terzo in provincia per superficie, si estende per 100,88 km² e i comuni confinanti sono: Andretta, Aquilonia, Bisaccia, Cairano, Atella, Pescopagano, Rapone, Rionero in Vulture e Ruvo del Monte. È attraversato dal fiume Ofanto e dai torrenti Cortino, Defezze e Orato. 
L'etimologia del nome proviene dal termine greco aletrion (Aλετριον), che si riferisce alla macinazione del grano, trasformatosi in epoca romana prima in Alètrium, poi in Caletrum e, infine, in Calitri. Gli abitanti sono detti calitrani e San Canio è il loro patrono.
Il Borgo Castello è nato dai ruderi della fortezza normanna, che trasformata ha dato il nuovo borgo conservando il fascino suggestivo della "vecchia Calitri".
Si tratta di un’area nata dai ruderi del vecchio “Castrum Calitri”, la cui esistenza è documentata nel XIII secolo, in quanto appartenente al demanio imperiale e sottoposto al programma federiciano di interventi di miglioramento, previsto per l’edilizia fortificata dell’Italia meridionale.
Il Castello, originariamente composto da quattro torrioni angolari e numerose strutture di fortificazione, fu acquistato nel 1304 dalla famiglia Gesualdo, nel XVII secolo passò ai Ludovisi e, infine, ai Mirelli, che ne furono proprietari fino al 1806. La storia delle sue continue trasformazioni è fortemente legata agli eventi sismici che si sono susseguiti nel corso dei secoli; il terremoto del 1561 comportò il crollo di numerosi ambienti, ma distruttivo fu quello del 1964, che ne determinò l’abbandono dei ruderi da parte dei superstiti della famiglia Mirelli.
Dall’ultimo evento disastroso in poi, l’intera area circostante alla vecchia fortezza ha subito delle trasformazioni: le residue mura, materiali di vario genere, pietre, gradoni, architravi, portali, vennero riusati e recuperati con interventi strutturali a creare nuovi spazi edilizi e urbani, strade e abitazioni che, integrati e sovrapposti ai resti della roccaforte normanna, determinarono la definitiva conversione del platinum cinquecentesco in un nuovo borgo contadino, dal tessuto edilizio densamente stratificato. I dissesti causati dal drammatico terremoto del 23 Novembre 1980 e gli ulteriori crolli alle Ripe, in seguito al gelido inverno tra il 1988 e il 1989, hanno però mutato nuovamente la topografia e compromesso la stabilità dell’intera area che, abbandonata definitivamente dagli abitanti, è divenuta proprietà comunale.
Il progetto generale di recupero del Borgo Castello, con interventi di restauro dei comparti edilizi, prevede inoltre la valorizzazione storica, artistica e culturale dell’intero complesso, oggi sede del Museo della Ceramica e di numerose rassegne e iniziative di vario genere.
La visita al Museo della Ceramica diventa memoria dell'arte e del tempo, documentata dalla variegata produzione di ceramiche di Calitri e dell'intera Valle dell'Ofanto. Inaugurato nel settembre del 2008, contribuisce a preservare e valorizzare un’arte che nel borgo irpino ha tradizioni antichissime. Negli spazi espositivi sono infatti conservati oggetti prodotti nelle botteghe di ceramica calitrane e nell’intera Alta Valle dell’Ofanto, databili dal XVIII al XX secolo.
Il viaggio nell’arte della ceramica in questo spazio museale parte dalla preistoria e dalla protostoria, con la fossakultur di Oliveto-Cairano, prosegue con le mezze maioliche dell’epoca medievale e le maioliche rinascimentali, interessa le produzioni ottocentesche e novecentesche, e giunge alle maioliche artistiche contemporanee, con le botteghe di restauro e i laboratori di produzione locale odierna. Questi ultimi, insieme ad alcune industrie che si occupano della produzione di laterizi e vasi in terracotta, tramandano la tradizione secolare che lega il territorio alla sua comunità. 
Il percorso espositivo prevede una collezione in costante evoluzione, con sezioni storiche dedicate ai manufatti e ai reperti in terracotta, che un tempo furono impiegati in edilizia. Si tratta di oggetti caratteristici della cultura del luogo, rinvenuti durante le complesse ricerche e i numerosi scavi archeologici effettuati nel corso del tempo e non solo, arricchiti con prestiti e donazioni di cittadini privati e associazioni culturali.
Inoltre, la conoscenza della variegata produzione di ceramiche calitrane, dall’età antica in poi, viene tramandata e valorizzata attraverso degli spazi dedicati alla didattica e a manifestazioni artistico culturali di vario genere.


Durata Itinerario: Intera giornata

Mattina: Esplorare Conza della Campania
Ore 9.00 - Arrivo all’ Oasi WWF Lago di Conza.
•    ecosistemi, fauna e flora, osservazione naturalistica
Ore11.00 - Visita Parco Archeologico di Compsa.
•    oro, terme, anfiteatro, memoria del terremoto del 1980

Pranzo a sacco 

Pomeriggio: Scoprire Calitri
Ore 15.00 – Visita Borgo Castello
•    ruderi del vecchio “Castrum Calitri”

Ore 17.00 – Visita Museo della Ceramica 
•    viaggio nell’arte della ceramica , negli spazi espositivi

Laboratori didattici:
• Laboratorio del gusto: in Azienda casearia che produce il Caciocavallo irpino di grotta PAT. Preparazione e degustazione di piatti tipici, con discussione sul significato culturale e storico della cucina in relazione al territorio.


Obiettivi didattici:
•    Stimolare l’osservazione diretta del territorio e degli ecosistemi
•    Approfondire la storia medievale e romana delle due località, focalizzandosi sugli aspetti archeologici e culturali.
•    Analizzare il legame tra i territori di Calitri e Conza, esplorando la biodiversità e le caratteristiche geologiche del Parco Regionale del Partenio.
•    Stimolare la riflessione sulla preservazione del patrimonio storico e naturale attraverso l’esperienza diretta.

Foto Gallery
Consigliati
Informazioni Aggiuntive
Note

      Informazioni Utili:

  • Abbigliamento comodo
  • Scarpe da passeggio/ scarpe da hiking
  • Borraccia e cappellino 
Mappa
1

Oasi WWF Lago di Conza

Specie animali rare, vegetazione florida, sentieri e visite guidate: l'Oasi di Conza della Campania contiene un patrimonio naturalistico dalla bellezza straordinaria

2

Parco Archeologico di Compsa

Riemerso al di sotto delle rovine dell'antica Conza della Campania, il Parco Archeologico di Compsa è frutto di un intenso progetto di scavo, restauro e valorizzazione che ha riportato alla luce una complessa e millenaria stratificazione edilizia, sottoposta a tutela

3

Calitri

Un panorama da cartolina. Quel profilo di case colorate che si scorge in lontananza, inconfondibile nel paesaggio dell’Alta Irpinia, adagiato su una splendida dorsale tufacea ai piedi dell'Ofanto. Un luogo autentico, ricco di storia e tutto da scoprire

4

Museo della Ceramica di Calitri

Memoria dell'arte e del tempo, negli ambienti restaurati del Borgo Castello, documenta la variegata produzione di ceramiche di Calitri e dell'intera Valle dell'Ofanto 

5

Borgo Castello

Nato dai ruderi della fortezza normanna, il nuovo borgo, meravigliosamente ristrutturato, conserva il fascino suggestivo della "vecchia Calitri"

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