Il comune di Montaguto sorge nell'area della Valle del Cervaro-Miscano, al confine con la Puglia. È un borgo di 376 abitanti, situato a 730 metri sul livello del mare e a 72 km da Avellino. Il territorio si estende per 18,38 km² e i comuni confinanti sono: Greci, Orsara di Puglia, Panni e Savignano Irpino.
L'etimologia del nome deriverebbe dal termine latino terra Montis acuti, ossia "monte aguzzo", oppure dal termine dialettale Montàuto (monte alto) che, nel corso del tempo, avrebbe cambiato pronuncia in Montaùto, da cui, appunto, Montaguto. Gli abitanti sono detti montagutesi. San Crescenzo da Tivoli, Santa Maria di Valleverde e San Rocco da Montpellier sono i loro patroni.
LUOGHI DI INTERESSE
- Chiesa Maria SS. del Carmine - Restaurata dopo il terremoto del 1980, si distingue per gli arredi sacri del Novecento e per la vetrata con la raffigurazione della Colomba
- Casa Museo - Predisposta come un’abitazione del passato, raccoglie tantissimi oggetti della tradizione classica montagutese
- Palazzo Procaccini - Risalente agli inizi dell'Ottocento, oggi è sede municipale
- Palazzo Iagulli - Edificio donato alla comunità da Nicoletta Iagulli, ospita la scuola materna ed elementare di Montaguto
- Palazzo Pepe - Si distingue per il suo portale degno di nota
- Piano dell'Edera - Bosco comunale che si snoda per 18 ettari, all'interno del quale è possibile ammirare una piccola cappella dedicata alla Madonna del Bosco
- Taverna Pepe - Edificio storico situato in zona Scalo
- Fontane - Fontana Del Basso, Fontana Del Noce, Fontana del Ponte di Sofia, Fontana di Fragòla, Fontana Nuova, Fontana Paolina, Fontana Vecchia
- Sorgenti - Sorgenti di Sopra, Sorgenti di Sotto, Sorgente del Pilone, Fonte di Macchianova, Sorgente di Cavarena
- Ruderi del Mulino - Collocato sulla strada che, dal bosco comunale, conduce alle sorgenti
- Lago artificiale - Fisher park per amanti della pesca, dotato di area barbecue
EVENTI
- Festa patronale - Celebrazioni religiose in onore dei Santi Patroni, in programma nel mese di agosto
- FineConfine Festival - Rassegna musicale e teatrale condivisa con il comune di Orsara di Puglia (Foggia), in programma nel mese di luglio
- Processione di Valleverde - Pellegrinaggio da Montaguto al Santuario di Santa Maria di Valleverde a Bovino (Foggia), in programma nel mese di maggio
- Festa di San Michele Arcangelo - Evento religioso, in programma nel mese di maggio
- Festa di Sant'Antonio da Padova - Processione religiosa, in programma nel mese di giugno
PIATTI E PRODOTTI TIPICI
- Cicatielli al sugo - Tradizionale primo piatto, talvolta condito anche con l'aggiunta di zucchine
- Irpinia Colline dell'Ufita DOP - Olio extravergine di oliva derivante in gran parte dalla varietà Ravece, caratterizzato da un piacevole gusto amaro e piccante
- Caciocavallo Silano DOP - Formaggio semiduro, a pasta filata, prodotto con latte di diverse vacche, tra cui la podolica
CURIOSITÀ
A Montaguto esistono ancora alcune tradizioni di artigianato locale, quali la confezione di canestri e panieri di canne e salici, praticata da qualche anziano, e la confezione di merletti con l’uncinetto e delle maglie con i ferri.
Nei primi dell’Ottocento fu massiccia l’adesione dei montagutesi alla Carboneria. La popolazione tornò di nuovo sulle barricate nel 1896 e, durante il regime fascista, nel 1923. Vivaci furono le proteste anche durante la seconda guerra mondiale, per contestare sia la politica di restrizione dei diritti fondamentali, sia le assillanti e ripetute requisizioni di cereali.
CENNI STORICI
Montaguto (Montis Acuti), luogo di insediamenti sanniti e romani fin dal IV-III secolo a.C. e teatro della seconda guerra punica, fece parte per molti secoli della Baronia di Vico e fu uno degli avamposti privilegiati del sistema di difesa e di controllo della Valle del Cervaro.
Divenuto feudo di Maria Donata Del Balzo Orsini, Montaguto intraprese un suo percorso autonomo, nel quale si distinsero pastori e contadini. L’adesione all’eresia valdese e protestante di alcune famiglie, nel corso del Cinquecento, fu motivo di inquisizioni e di processi. Decimato a causa della peste del 1656, il feudo di Montaguto, nel 1700, fu messo all’asta dal Sacro Regio Consiglio di Napoli e acquistato dal principe Luigi Pinto Mendoza, che incoraggiò alcune famiglie dell’Arianese, del Beneventano e del Napoletano a ripopolarlo, concedendo loro superfici di terreno agricolo, in cambio di un fitto in natura, detto terraggio.
Colpito dal grave lutto della morte di un figlio non ancora adolescente, Luigi Pinto prese la drastica decisione di lasciare per sempre Montaguto, cedendo il feudo al fratello Gregorio, con il quale avvenne l’unificazione territoriale del tenimento montagutese, attraverso l’acquisizione dalla Mensa Vescovile di Bovino del Casale di Sambuceto, una vasta contrada che da sola costituiva un terzo dell’intera superficie.
Montaguto è racconto di natura, di terra, di persone, di radici per le anime alla ricerca del bello senza tempo
Montaguto
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