Un itinerario multidisciplinare tra storia, geografia, musica, arte ed educazione civica.
I bambini e i ragazzi, alunni delle classi elementari e medie, potranno assistere a dimostrazioni di danze folkloristiche, musica tradizionale e costumi tipici, vedere da vicino come si produce la Maccaronara, piatto tipico, partecipando a laboratori, per un’occasione il cui fine è educare al mangiare sano, locale e sostenibile.
Castelvetere sul Calore sorge a 750 m sul livello del mare, su di un verde colle della media Irpinia, davanti al quale si apre un orizzonte vasto e meraviglioso. 
Il nome del paese deriva dal latino Castellum – vetus (fortezza antica, vecchia), termine trasformato in Castellum-veteres, da cui Castello-vetere e Castelvetere, La specifica "sul Calore" è, invece, riferita allo stesso fiume da cui è attraversato. Gli abitanti di questo paese sono detti castelveteresi e il loro patrono è Santa Maria delle Grazie.
Il paese sorge intorno al vecchio castello, edificato nel periodo longobardo. Nonostante a pochissimi chilometri siano rinvenute tracce d’insediamenti di epoca romana, la prima menzione ufficiale del borgo si ritrova in un atto notarile del 991, dove si legge che Siconolfo, conte longobardo di Conza dona al monastero di S. Benedetto di Salerno il proprio figlio Magelfrido e delle proprietà situate a Castelvetere.
Il Museo del Carnevale situato, in Piazza Municipio, nei pressi del Santuario di Santa Maria delle Grazie, è nato per ricordare l’importanza storico-culturale del Carnevale Castelveterese, poiché questo evento è ritenuto tra i più artistici e rinomati Carnevali d’lrpinia.
La mostra, allestita all’interno del Museo, prevede foto, abiti, accessori e altre diverse testimonianze delle passate edizioni, in un'atmosfera di artigianalità e creatività che trova la sua massima espressione nei giorni in cui si svolgono i festeggiamenti.
Preziosa esposizione, volta a ripercorrere una tradizione antica e molto partecipata dalla comunità locale, il Museo del Carnevale rappresenta il fiore all'occhiello della cultura castelveterese.

Oltre il Carnevale Casteveterese, il borgo Irpino vanta una rinomata produzione di pasta fresca di grano duro, lavorata a mano: la Maccaronara. Simile a uno spaghettone ma con sezione quadrata, prende forma grazie a uno speciale matterello scanalato, usato secondo un’antica tecnica tramandata da generazioni nelle terre dell’Alta Irpinia. Le sue origini, avvolte nel fascino della tradizione orale, sono ancora oggi oggetto di contesa tra tre borghi vicini: Castelfranci, Castelvetere sul Calore e Montemarano.
Più che una semplice pasta, la Maccaronara rappresenta una pagina autentica della storia locale: un simbolo della civiltà contadina, del lavoro nei campi, un tempo coltivati a granturco, e del sapere instancabile delle massaie. All’alba, piegate sul tompagno — la spianatoia in legno — impastavano farina e acqua fino a ottenere un panetto sodo, steso con il matterello e poi inciso con il particolare rullo dentato che dà il nome alla pasta.
Le strisce di pasta così ottenute venivano subito calate nell’acqua bollente e condite con quello che la dispensa, spesso povera ma ingegnosa, poteva offrire. Nulla andava sprecato: ogni avanzo trovava il suo posto a tavola grazie alla fantasia delle donne di casa.
Il condimento più diffuso era una semplice salsa di pomodoro, arricchita con un cucchiaio di consevera, l'antica conserva fatta in casa. Questa veniva preparata lasciando essiccare al sole i pomodori tagliati a metà, adagiati su graticci e protetti da garze sottili. Una volta asciutti, si cuocevano in pentole di terracotta fino a ottenere un sugo denso e scuro, che veniva poi nuovamente esposto al sole per eliminare ogni residuo di umidità. La conserva finita si conservava in vasi di terracotta smaltata, ricoperta da un velo protettivo di profumato olio extravergine d’oliva.
Ma la cucina irpina è da sempre figlia dell’ingegno stagionale e della parsimonia: ecco allora la Maccaronara abbinata a condimenti semplici e ricchi di gusto, come ceci, baccalà, tagli meno nobili del maiale, oppure ingredienti più preziosi come i funghi porcini e i tartufi neri estivi (scorzoni), raccolti nei boschi intorno al Lago Laceno e lungo i versanti dei Monti Picentini.

Il comune di Montemarano, seconda tappa dell’itinerario, sorge anch’esso nell'area della Valle del Calore. È un borgo di 2.821 abitanti, situato a 820 metri sul livello del mare e a 25 km da Avellino. Il territorio si estende per 34,01 km² e i comuni confinanti sono: Cassano Irpino, Castelfranci, Castelvetere sul Calore, Montella, Nusco, Paternopoli e Volturara Irpina. Anche questo Borgo è attraversato dal fiume Calore.
L'etimologia del nome potrebbe derivare dal latino Marius a cui si aggiunge il suffisso -anus, che indica appartenenza. Gli abitanti sono detti montemaranesi e San Giovanni è il loro patrono.
I due Borghi Irpini, Castelvetere e Montemarano, sono legato entrami alla tradizione del Carnevale, come festività folkloristica. Infatti a Montemarano, nel 2002 è nato il Museo Etnomusicale, dalla passione ed impegno del Sig. Luigi D’Agnese, un percorso museale legato alla “tarantella di Montemarano” ed ai suoi interpreti come Celestino Coscia, suonatore di doppio flauto di canna.
Nel Museo vi sono numerose raccolte fotografiche, materiale discografico, visivo, libri e documenti vari che testimoniano l’importanza della etnomusicologia locale, pannelli espositivi che illustrano la testimonianza storica sia delle tradizioni che dell’importanza del Museo stesso. Strumenti musicali tradizionali a testimonianza della più importante tradizione folckloristica di Montemarano: il Carnevale. 
Nella sala espositiva sono presenti: strumenti tipici (flauti, organetti, fisarmonische, tamburelli), libri sull’etnomusicologia locale e dell’Irpinia, costumi tradizionali del Carnevale Montemaranese tra i quali il “Caporaballo” (il pulcinella che guida la mascherata) ed il costume femminile della “Pacchiana”.
La sala didattica è dedicata alla proiezione di filmati, all’ascolto della musica e all’attività di studio e ricerca.

Durata Itinerario: Intera Giornata

Mattina – Castelvetere sul Calore
- Visita al borgo di Castelvetere sul Calore.

-  Torre campanaria

- Palazzo baronale
-Chiesa di Santa Maria delle Grazie

-Visita Museo del Carnevale

-Laboratorio di Maccaronara

Pranzo al sacco presso Area Pic nic Bosco di Montemarano
 
Pomeriggio – Montemarano
-Visita al borgo di Montemarano
-Cattedrale di Santa Maria Assunta
-Visita alla cripta medievale
-Visita al Museo Etnomusicale "Celestino Coscia e Antonio Bocchino":
-Scoperta degli strumenti tradizionali e della musica popolare.
-Breve rappresentazione musicale con danze folkloristiche.

Partenza per il rientro

Competenze sviluppate
-Capacità di ascolto e partecipazione
-Senso di identità culturale

 Materiale utile da portare
-Quaderno o scheda per appunti
-Scarpe comode e abbigliamento adeguato

Foto Gallery
Mappa
1

Castelvetere sul Calore

Borgo autentico con una straordinaria vista panoramica che comprende altri 28 paesi, albergo diffuso in un contesto urbano di pregio e unico, patria della cultura dell'accoglienza, che offre tanta ospitalità a tutti i desiderosi di ammirare questo suggestivo angolo d'Irpinia

2

Castello Longobardo

Situato nella frazione di Borgo, in posizione panoramica, si possono osservare i possenti ruderi del castello medioevale longobardo, già esistente nell'887, quando apparteneva a Guaiferio.

3

Museo del Carnevale

Situato all'ingresso del centro storico, racconta la storia del carnevale castelveterese

4

Montemarano

Borgo forgiato da due grandi tradizioni: il poderoso vino Aglianico e la tarantella montemaranese, ritmo incalzante di ogni Carnevale. Paese appassionato, autentico, genuino, dalla memoria che si tramanda e che non si perde

5

Museo Etnomusicale

Un viaggio interattivo alla scoperta della tarantella di Montemarano

Ti è piaciuto? Lascia una recensione!

La tua opinione è importante! Sarà visibile dopo approvazione dalla redazione.

Per inserire un commento devi essere un utente autenticato. Esegui accesso con Social Login

In cima