L'itinerario inizierà a Solofra, città del Rinascimento e della tradizione conciaria, nel pomeriggio Montoro, dove il borgo di Aterrana accoglierà gli studenti con i suoi vicoli medievali, le case in pietra e le storie custodite tra le montagne dei Picentini. Qui natura e storia si intrecciano, offrendo l’occasione di riflettere sul legame tra paesaggio, tradizione e identità locale.

Solofra è un borgo di antichissima tradizione, conosciuto principalmente per la lavorazione delle pelli, un'attività che ha segnato l’economia locale fin dal Medioevo, rendendolo rinomato in tutta Italia. Già nel XII secolo, era un vivace centro agricolo e artigianale. Nel 1617, Solofra venne insignita del titolo di "Città Regia" da Filippo III di Spagna, un riconoscimento del prestigio raggiunto grazie al suo sviluppo economico e culturale. I primi insediamenti nel territorio risalgono al periodo sannita, quando l’area, strategicamente situata lungo le vie che collegavano la Valle del Sabato alla Valle dell’Irno, ospitava un avamposto fortificato. Questo punto di controllo costruito dalle popolazioni sannite Hirpine sottolineava sin dall’epoca l'importanza del luogo per gli scambi e i collegamenti regionali. Con l'arrivo dei Romani, il territorio conobbe importanti trasformazioni, diventando parte della sfera d’influenza di Abellinum (l’attuale Atripalda), un centro romano di rilievo nell’Irpinia. In questo periodo, si consolidarono pratiche agricole moderne e strutture insediative che contribuirono alla romanizzazione della zona. Nell’Alto Medioevo, durante le invasioni barbariche e in seguito con l’insediamento dei Longobardi, il territorio subì una riorganizzazione demografica e urbanistica. La popolazione si concentrò in nuclei più compatti e facilmente difendibili. A Solofra il fulcro di questo nuovo sviluppo fu la Pieve di Sant’Angelo e Santa Maria, un luogo sacro di grande importanza sia religiosa che sociale, situato nell’attuale piazza principale dove oggi sorge la Collegiata di San Michele Arcangelo. Nel corso della sua storia, Solofra fu integrata in varie entità politiche. Dapprima appartenne al potente Ducato longobardo di Benevento, poi alla contea di Rota. Con l’epoca normanna e sveva, il territorio entrò a far parte di varie concessioni feudali sotto il controllo di influenti famiglie nobili del Meridione, tra cui i Filangieri, gli Zurlo, i Della Tolfa e gli Orsini di Gravina. Questi ultimi governarono il feudo per un periodo prolungato, tanto da trasferire su Solofra la titolarità del loro principato, elevandolo a centro di rilievo politico e amministrativo. Questo assetto rimase intatto sino all'abolizione del sistema feudale nel 1806, introdotta dalle riforme napoleoniche. Queste sancirono la fine del dominio signorile e inaugurarono una nuova fase istituzionale per la storia del Regno di Napoli.
Il monumento simbolo di Solofra è la Collegiata di San Michele Arcangelo. Realizzata a partire dal 1522 per volontà dell'Universitas solofrana, in un periodo storico contraddistinto con il termine di "età dell'oro" del mercato conciario locale, la Collegiata prese il posto della preesistente Pieve di Sant'Angelo e Santa Maria, di origine bizantina, in ossequio allo sviluppo urbano di quell'epoca. L'edificio religioso ha attraversato una lunghissima fase di costruzione e, nel corso della sua storia, è stato vittima di diversi terremoti e alcuni incendi, tra cui quello del 1721 che provocò ingenti danni alla Collegiata: fu in seguito a tale episodio che la struttura cambiò notevolmente aspetto, mutando il suo stile da rinascimentale a barocco. Colpita nuovamente dal terremoto del 23 novembre 1980, fu riaperta al culto nel 1986.
Oggi la Collegiata di San Michele Arcangelo si presenta con la sua pianta longitudinale, a croce latina, preceduta da una splendida facciata in stile barocco: quest'ultima è affiancata da un campanile in stile romanico e rispetta la divisione interna in tre navate, scandite da pilastri con capitelli in stile ionico che reggono delle cornici con modanature. I tre portali, opera di maestranze napoletane che narrano le vicende di San Michele Arcangelo, sono finemente intagliati e sovrastati da altrettanti finestroni, di cui il maggiore è collocato al di sopra del portale principale ed è abbellito, sulla parte superiore, da motivi decorativi con conchiglie.
Giunti all'interno della Collegiata, lo sguardo dello spettatore si sofferma sulle 42 tele caratterizzanti il cassettonato ligneo, raffiguranti scene dell'Antico e Nuovo Testamento, attribuite a Giovanni Tommaso e Francesco Guarini (1611-1651) e impreziosite da un rivestimento d'oro che contraddistingue anche il pulpito, la cantoria con l'organo e la pala sull'altare maggiore. Oltre alle opere sublimi dei due pittori solofrani, l'edificio custodisce anche altri capolavori, quali la "Pentecoste" di Angelo Solimena (1629-1716), sovrastante un altare collocato nella navata destra, e l'"Incoronazione della Vergine" di Giovan Bernardo Lama (1530 circa-1630 circa).
Infine, anche la Cappella dell'Immacolata, sopraelevata rispetto al corpo della collegiata, nonché la cripta contenente la Cappella a San Giuda Taddeo conservano al loro interno interessanti testimonianze artistiche. Autentico gioiello di arte barocca, la Collegiata di San Michele Arcangelo è considerata come uno dei luoghi di culto più belli e preziosi dell'Irpinia.
Gli studenti possono osservare gli elementi artistici della chiesa, analizzando stile, simbologia e funzione religiosa delle opere.
Il Complesso Monumentale di Santa Chiara è oggi sede della biblioteca comunale ed è adiacente alla Collegiata di San Michele Arcangelo che affaccia sull'omonima piazza.
Il complesso è costituito dalla Chiesa di Santa Maria delle Grazie, documentata già nel XIV secolo e sorta inizialmente come singolo edificio religioso, e dal Convento di Santa Chiara, realizzato nel XVI secolo, in concomitanza con l'evoluzione urbanistica della città nell'ambito della cosiddetta "età dell'oro", contraddistinta da una fase di slancio del commercio conciario locale. Per volere di Beatrice Ferrella Orsini, il complesso finì per inglobare la chiesa, arrivando così a estendersi fino a ridosso della Collegiata. Il fine era ben preciso: la famiglia proprietaria del feudo, non potendo prendere il controllo dell'edificio religioso più importante di Solofra, pensò infatti di costituire un culto alternativo a quello di San Michele, a cui la comunità locale era devota. Grazie al contributo degli Orsini, la Chiesa fu notevolmente restaurata, assistendo, come avvenuto per la vicina collegiata, alla stessa trasformazione del suo stile rinascimentale in barocco. 
La Chiesa di Santa Maria delle Grazie ha perso, con il passare degli anni, la sua funzione religiosa: inizialmente adibito a funzioni scolastiche, oggi è sede della Biblioteca Comunale "Renato Serra" e del Centro Studi di Solofra. Nonostante ciò è riuscita a mantenere intatto il suo elevato valore artistico, con la sua facciata in stile barocco e tripartita in verticale attraverso lesene doriche e corinzie.
All'interno di essa è possibile ammirare opere d'arte di gran pregio, tra cui le tele del cassettonato e la pala d'altare realizzate da Giovanni Tommaso Guarini. L'annesso Convento di Santa Chiara, invece, si compone di una parte più antica, situata più a nord, e un'altra parte più recente, frutto di un restauro eseguito tra il XVIII e il XIX secolo. La struttura dispone, inoltre, di un ampio cortile, sede di numerosi eventi a carattere culturale e musicale, soprattutto nel periodo estivo. 
Ancora oggi il Complesso Monumentale di Santa Chiara si erge a capolavoro artistico in grado di contribuire all'arricchimento del centro storico della città irpina.


Il Comune di Montoro sorge nell'area della Valle dell'Irno e si presenta come un comune attivo e dinamico, composto da quindici frazioni: Aterrana, Banzano, Borgo, Caliano, Chiusa, Figlioli, Misciano, Piano, Piazza di Pandola, Preturo, San Bartolomeo, San Felice, San Pietro, Sant’Eustachio e Torchiati. Ogni frazione contribuisce con le proprie tradizioni, paesaggi e caratteristiche peculiari a rendere il territorio montorese variegato e affascinante. 
Il 28 aprile 2015, ha ricevuto il titolo onorifico di “Città” con decreto firmato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in applicazione dell'articolo 18 del Decreto Legislativo 267/2000. Questo riconoscimento prestigioso attesta la ricchezza storica, culturale e identitaria di un territorio unico. 
La visita a Palazzo Macchiarelli, nella frazione di Misciano, dimostra una testimonianza della forza economica dei nobili proprietari e dai pregevoli apparati decorativi che adornano i saloni. La sua costruzione si fa risale agli inizi del XVI secolo, in seguito agli eventi franosi che colpirono la località. Nel XVIII secolo, venne rimaneggiato, ampliato e impreziosito dalle numerose maestranze provenienti soprattutto da Napoli, per volere delle famiglie nobiliari che si sono susseguite a Montoro, a partire dai Pironti. 
La struttura dell’edificio, oggi, presenta una muratura di elevazione in tufo, tipico materiale del luogo, con volte ai piani bassi e solai lignei ai piani superiori. Le magnificenze della struttura e degli interni sono frutto di un lavoro certosino corale che ha visto la partecipazione sia dei maestri scalpellini calvanicesi, sia dei maestri ebanisti per i portoni di ingresso e degli interni, tutti in legno di castagno e abilmente realizzati. Altri elementi degni di nota sono la copertura, in tegole laterizie, che si presenta a falde inclinate con elementi della grossa orditura e relativi correntini. Al piano terra, invece, insistono locali a uso stalle e deposito che, dal 2017, sono stati inseriti in un progetto di innovazione sociale, mirando al riconoscimento del Palazzo Macchiarelli come polo multifunzionale per lo sviluppo economico e culturale del territorio e ospitando diverse realtà associative.
Tra gli edifici storici più importanti della città irpina, Palazzo Macchiarelli si colloca in un patrimonio artistico e architettonico di notevole pregio per la comunità montorese.
Verso il Borgo di Aterrana, piccola e storica frazione di Montoro con la Chiesa di San Martino e la Chiesa di Montevergine, i Palazzi Pierri, De Feo e Carolis, l'antico pozzo e la fontana, rappresenta una visita in un luogo dove il tempo sembra essersi fermato.
 Aterrana è il vicus più antico. Il suo centro storico, privo di sfarzi ma ricco di fascino, si snoda tra vicoletti e stradine circondate da chiese e palazzi che portano i segni dello stile medievale e barocco. Aterrana un borgo storico, un contesto dai colori d’altri tempi, una comunità da scoprire e valorizzare, nel cuore dell’Irpinia.
In salita, lungo quei primi tornanti che portano al Pizzo di San Michele si distingue un piccolo paese che il logorio del tempo, la mano irresponsabile dell’uomo, hanno risparmiato. All’apice di una salita che s’inerpica sino alla chiesa della Madonna delle Grazie, si arriva ad Aterrana, frazione di Montoro Superiore, un borgo storico rimasto lo stesso nei decenni, sopravvissuto finanche al terremoto del 1980 che cambiò irrimediabilmente gli scenari e le sorti dell’Irpinia.
Aterrana è un borgo storico situato alle pendici della catena Taurina che risale, con molta probabilità, a epoca preromana e che oggi vanta scorci e stradine di chiara influenza medioevale. Aterrana è un suggestivo e raro connubio tra storia, arte, cultura e tradizioni del tempo che fu, conservato nei secoli e pronto ad accogliere le attenzioni di estimatori e turisti.
Durata itinerario: intera giornata
Mattina - Solofra
Visita al centro storico di Solofra
•    Collegiata di San Michele Arcangelo
•    Complesso Monumentale di Santa Chiara

•  Chiesa di Santa Maria delle Grazie

Pausa pranzo
Pomeriggio – Montoro 
•    Palazzo Macchiarelli
•    Borgo di Aterrana


Obiettivi didattici
•    Analizzare gli elementi artistici e architettonici dei monumenti visitati.
•    Collocare nel tempo e nello spazio gli eventi storici legati a Solofra e Montoro.
•    Individuare le caratteristiche geografiche e strategiche del territorio.
•    Sviluppare consapevolezza del valore del patrimonio culturale come bene comune.
•    Promuovere il lavoro di gruppo e la collaborazione tra pari.
•    Rafforzare il senso di appartenenza al territorio e la cittadinanza attiva.
•    Potenziare le competenze comunicative attraverso la rielaborazione scritta, orale o multimediale dell’esperienza.
 

Foto Gallery
Consigliati
Mappa
1

Solofra

Ciudad de tradición curtidora, situada en una cuenca de los montes Picentinos y abierta al valle del Irno, centro del arte barroco, con el espléndido Palacio Ducal e iglesias de gran valor, entre ellas la espléndida Colegiata de San Michele Arcangelo.

2

Collegiata di San Michele Arcangelo

Auténtica joya del arte barroco, la Colegiata de San Michele Arcangelo es uno de los lugares de culto más bellos y preciosos de la Irpinia: entre las obras maestras que alberga en su interior, destacan los 42 lienzos que caracterizan el artesonado de madera y el revestimiento dorado.

3

Complesso Monumentale di Santa Chiara

Compuesto por la iglesia de Santa Maria delle Grazie y el monasterio del mismo nombre, sede de manifestaciones culturales y musicales, el Conjunto Monumental de Santa Chiara es una obra maestra artística que contribuye a enriquecer el centro histórico de Solofra.

4

Montoro

Una ciudad animada por numerosas aldeas, entre rituales que se repiten en el tiempo y sabores envolventes, inmersa en la zona rural del Valle dell'Irno, regala excelencias al sentido del gusto.

5

Palazzo Macchiarelli

Testimonio del poder económico de los nobles propietarios y de la exquisita decoración que adornaba los salones.

6

Borgo di Aterrana

Un pueblo histórico donde las distintas épocas aún se superponen, unas sobre otras, en las fachadas de sus edificios.

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