Il comune di Calabritto sorge nell'area della Valle del Sele, nel Parco Naturale dei Monti Picentini. È un paese di 2.309 abitanti, situato a 480 metri sul livello del mare e a 66 km da Avellino. Il territorio si estende per 56,33 km² e i comuni confinanti sono: Acerno, Bagnoli Irpino, Caposele, Lioni, Senerchia e Valva. È attraversato dal fiume Sele e dal rio Zagarone.
L'etimologia del nome sembrerebbe provenire da una leggenda: una donna di nome Britta (per alcuni di facili costumi, per altri la figlia di un autentico feudatario, per altri ancora una locandiera), chiamata, a seconda della versione degli avventori della locanda o dai soldati di Annibale, col grido "Cala Britta". Gli abitanti sono detti calabrittani e San Giuseppe è il loro patrono.
LUOGHI DI INTERESSE
- Borgo e castello medievale di Quaglietta - Importante testimonianza storica della dominazione longobarda in Irpinia, si trova a 7 km dal centro e ospita l’albergo diffuso "Quaglietta"
- Cascate di Calabritto - Area naturalistica, costituita dalle principali 14 cascate formate dal rio Zagarone e dai suoi affluenti
- Santuario di Maria SS. della Neve - Luogo di culto fondato nel XV secolo, che domina l'intera Valle del Sele, a 945 metri sul livello del mare, è legato a un'antica leggenda popolare
- Chiesa rupestre della Madonna del Fiume - Collocata all’interno di una grotta carsica, è dedicata alla protettrice delle partorienti ed è tradizione che, nel lunedì in Albis, le donne in attesa vi si rechino a pregare
- Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli - Luogo di antichissima devozione e fede, al suo interno è presente un quadro della Madonna nera, importato dai monaci basiliani intorno al 1200
- Chiesa della SS. Trinità - Chiesa Madre, costruita a seguito del terremoto del 1980, non distante dalla piazza centrale del paese
- Cappella di Maria SS. di Grienzi - Inaugurata nel 1751, ospita la statua della Madonna particolarmente venerata a Calabritto
- Palazzo Papio - Situato in Piazza Matteotti, l’edificio attuale risale alla ricostruzione eseguita dopo il sisma del novembre 1980
- Chiesa di Santa Maria delle Grazie - Tra le più antiche del paese, era centro spirituale di un monastero, forse di monaci basiliani, del quale si possono ancora intravedere i resti
- Chiesa di San Rocco - Distrutta dal terremoto del 1980 e ricostruita dalle fondamenta, preserva il solo originale portale in pietra
- Altre chiese - Chiesa della Madonna del Carmine, Chiesa di S. Pietro
EVENTI
- Scampanellata per il paese - In onore di Sant'Antonio Abate, il 17 gennaio, gli abitanti bussano di casa in casa per chiedere dei doni
- I Falò di San Giuseppe - Si tengono il 19 marzo, in onore del Santo Patrono, e prevedono l'accensione dei falò nei rioni del paese
- Festa della Madonna di Grienzi - Festa che si tiene l'ultima domenica del mese di giugno, dopo un pellegrinaggio notturno di oltre tre ore di cammino a piedi, raggiungendo il Santuario della Madonna di Grienzi
- Festa di San Giuseppe e della Madonna della Neve - Festa patronale del paese, molto sentita dai fedeli, si svolge nell'ultimo fine settimana del mese di luglio
- Pellegrinaggio alla Madonna della Neve - Si svolge il 5 agosto, con arrivo al Santuario della Madonna della Neve
- La Sagra della Castagna - Evento enogastronomico che si svolge nel mese di ottobre, in cui è possibile gustare prodotti tipici locali e piatti tradizionali
PIATTI E PRODOTTI TIPICI
- Peperoni quagliettani PAT - Un tipo particolare di peperoni, detti anche "papazzi", coltivati nella media-alta Valle del Sele, soprattutto nella località di Quaglietta
- Raviolo allo zenzifero di Quaglietta PAT - Sfoglie di pasta all'uovo di forma quadrata o tonda, ripiene di ricotta, uova, formaggio grattugiato, prezzemolo e "zenzifero", quest'ultimo menta autoctona aromatica
- Menesta ‘mmaretata - Scarola e fagioli cotti possibilmente nel recipiente di terracotta (detto pignata o pignatiello), uniti (‘mmaretati) con tagli poveri del maiale, ovvero zampe, orecchie, muso, salsiccia povera
- Trota - Allevata lungo il corso del fiume Sele, grazie alla presenza di allevamenti ittici nella zona
- Cicirieddi - Dolce tipico locale fatto da dadini fritti e miele
- Caciocavallo Silano DOP - Formaggio semiduro, a pasta filata, prodotto con latte di diverse vacche, tra cui la podolica
CURIOSITÀ
Secondo una tradizione locale, una parte degli abitanti sarebbe discendente delle truppe di Spartaco, riuscite a fuggire ai Romani presso la foce del Sele e sconfitti definitivamente dagli stessi "ad caput silaris fluminis", cioè nell'odierna Caposele.
CENNI STORICI
L'alta Valle del Sele è stata profondamente segnata dal passaggio delle diverse stirpi che vi si sono insediate anticamente, tuttavia a Calabritto non c'è una vera e propria zona archeologica e i reperti rinvenuti in località Piedelmonte sono andati perduti a causa del terremoto del 23 novembre del 1980.
Calabritto era strettamente legato a Caposele, avendo confini territoriali in comune; nel 1279, però, Caposele chiese la divisione.
La conformazione del paese cambiò profondamente dopo la peste del 1656, con un incremento della popolazione e un nuovo orientamento della concentrazione dell'abitato verso il castello e verso la Chiesa Madre della Santissima Trinità.
Nel 1807 Calabritto passò dal Principato Citra (di cui faceva parte dal 1229) al Principato Ultra.
Tra gli eventi che hanno segnato il territorio, va segnalata l'annessione del vicino comune di Quaglietta, nel 1928, che ne è diventato frazione, e i forti danneggiamenti causati da un violento bombardamento durante la seconda guerra mondiale e da tremendi terremoti, come quello del 1980.
Mai sentito parlare di acquatrekking? Un escursionismo da praticare in piccoli gruppi, in cui è centrale l’elemento acquatico, e Calabritto è certamente l’ideale per praticarlo per i suoi ambienti naturali molto integri dal punto di vista ambientale
Calabritto
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